Welfare aziendale
13 Giu 2023
| 7'

Cosa sono i flexible benefit e perché inserirli in un piano di welfare aziendale

Cosa si intende per flexible benefit, come funzionano e quali vantaggi portano ai dipendenti e all’azienda? Dagli esempi alla normativa, scopri tutto in questo articolo
Autore
Cristina Maccarrone

Tra i benefit aziendali un ruolo sempre più importante lo giocano i flexible benefit ossia quei benefit flessibili che un’azienda può prevedere all’interno del proprio piano di welfare aziendale

Non si tratta di una retribuzione vera e propria, ma di un modo per far stare meglio i propri dipendenti e dare la possibilità di scegliere, tra un paniere di beni e servizi, quelli che possono fare al caso loro.

C’è da dire che nonostante il loro ruolo importante all’interno del welfare aziendale non sono sempre utilizzati dalle aziende. 

Secondo l’Osservatorio Welfare 2023 di Edenred i fringe benefit occupano il primo posto tra le voci di spesa dei flexible benefit, seguiti dall’area ricreativa e dall’istruzione.

Quello che emerge, infatti, è che i flexible benefit, in particolare in questi ultimi due anni, sembrano essere stati assorbiti prevalentemente dai fringe benefit, i quali hanno rappresentato un efficace strumento di integrazione e sostegno al reddito delle persone e delle famiglie, grazie anche alla loro semplicità di utilizzo.

Al momento, quella dei flexible benefit è una strada percorsa in particolare da medie e grandi imprese, sebbene sia un trend in crescita anche per le più piccole e questo grazie all’apporto delle piattaforme com’è per esempio la piattaforma welfare di Edenred. 

Vediamo adesso cosa si intende per flexible benefit, come funzionano e i vantaggi di inserirli in un piano welfare.

Cosa sono i flexible benefit

Quando si parla di flexible benefit si intende quella serie di beni o servizi che un’azienda può decidere di mettere a disposizione di propri dipendenti, oltre alla normale retribuzione aziendale

Non sono previsti carichi contributivi e impositivi, ossia godono di un regime fiscale agevolato, e questo ha come naturale conseguenza il fatto di aumentare il potere d’acquisto del dipendente, oltre che migliorare la qualità della sua vita.

Inoltre, lato azienda, offrire dei flexible benefit può essere un ottimo modo non solo per dare un proprio contributo alla gestione del work-life balance, ma anche in ottica di talent retention (trattenere i talenti ed evitare che si guardino altrove) e di employer branding (essere un luogo dove tutti vorrebbero lavorare). 

Offrire, infatti, corsi di lingua, borse di studio, forme di previdenza complementare – solo per fare qualche esempio – vuol dire dare la possibilità ai lavoratori di avere un budget da spendere in beni o servizi e di utilizzarlo liberamente. Ciò significa comprendere i bisogni di persone che lavorano da tanto o da poco tempo nella tua azienda e dare un contributo a sostenere la propria famiglia e a migliorare la propria vita.

Esempi di flexible benefit

Qualche esempio di flexible benefit? Corsi di lingua, di formazione, ma anche abbonamenti a palestre, cinema, teatri, mezzi pubblici, pacchetti viaggio e così via. 

Stando all’Osservatorio Welfare 2023 di Edenred – condotto su un campione di 580 mila beneficiari – la composizione complessiva della spesa dei flexible benefit vede prevalere, con ben il 38,6%, l’area fringe benefit, seguita dall’area ricreativa, con una percentuale pari al 22,3% e dall’istruzione, con il 17,9%.
La previdenza e la sanità integrativa rappresentano rispettivamente l’8,2% e il 5,4% della spesa complessiva, mentre i buoni carburante il 4,9% e l’assistenza ai familiari l’1,0%.

Come funzionano i flexible benefit

Ma come, all’atto pratico, funzionano i flexible benefit? Intanto c’è da dire che, come datore di lavoro, se deciderai di integrarli nel tuo piano di welfare aziendale, potrai predisporli per tutti i dipendenti

Ogni dipendente potrà scegliere, in base all’importo erogato dall’azienda, i flexible benefit più adatti alle sue esigenze che potranno essere concessi mediante erogazione diretta o tramite rimborsi.

 
 

Edenred propone alle aziende una soluzione personalizzata e integrata per un piano di welfare 100% digitale. Grazie al portale, semplice, intuitivo e all’app, disponibile per iOS e Android, il dipendente potrà gestire il suo credito welfare in totale autonomia.

Il dipendente ha a sua disposizione differenti strumenti, tra cui: il portale Beneficiari, un portale user-friendly, pensato per permettere un utilizzo semplice e intuitivo del proprio conto welfare, attraverso un’esperienza di navigazione semplice e immediata e l’App Welfare, ideale per riuscire ad utilizzare il credito in qualsiasi momento.

Proprio per questa libertà di scelta del dipendente tra un paniere di servizi, come se si fosse in un certo senso al supermercato, a volte i flexible benefit vengono definiti “carrello della spesa del dipendente”.

Da sapere: non possono essere disciplinati all’interno del contratto individuale, ma possono essere erogati come liberalità aziendale

Questo a meno che non siano esito di una contrattazione collettiva – come il caso dei CCNL metalmeccanici – o di accordi aziendali con i sindacati

In questo secondo caso, l’accordo può riguardare puramente l’inserimento di misure di welfare dovute al fatto che i flexible benefit non sono disciplinati dal CCNL di riferimento e i sindacati vogliono puntare su questo aspetto. Altrimenti l’accordo può prevedere che ai dipendenti sia concessa la possibilità di scegliere se convertire il premio di risultato in flexible benefit. Tale conversione può essere totale o parziale.

I flexible benefit poi possono essere inseriti nel piano di welfare aziendale per via di accordi territoriali o interconfederali, quando cioè sono stipulati tra le confederazioni sindacali dei lavoratori e quella dei datori di lavoro, per esempio, e a prescindere dal settore di appartenenza.

Come attivare un piano di flexible benefit: cosa sapere

Le aziende possono erogare servizi di welfare su base volontaria o nell’ambito di un accordo e le diverse modalità possono anche coesistere:

  • modalità CCNL welfare contrattuale: attraverso un’erogazione prevista dal contratto aziendale o territoriale, con vincoli e modalità previsti dal CCNL di riferimento;
  • ON TOP welfare puro o regolamentato: viene erogato unicamente in servizi welfare, senza alcun limite di importo per i dipendenti e con possibile unilateralità;
  • conversione premio di risultato: i dipendenti possono decidere se convertire in welfare il proprio premio di risultato o riceverlo in busta paga. Nel primo caso il limite imposto dalla legge di stabilità è che l’importo massimo deve essere pari a 3.000 euro con un reddito massimo pari a 80.000 euro.

Welfare aziendale e flexible benefit: la normativa

Quanto alla normativa che regola i flexible benefit, dal punto di vista fiscale è il TUIR (Testo Unico sulle Imposte sui Redditi) e in particolare l’articolo 51 che, ai commi 2, 3 e 4, individua le varie categorie di servizi, le soglie di esenzione e i tassi di esclusione della tassazione riguardo alle agevolazioni per i dipendenti del settore previsto.


Danno ulteriori chiarimenti le Circolari n.28/E del 15 giugno 2016 e la n.5/E del 29 marzo 2018, entrambe dell‘Agenzia delle Entrate relativamente alla Legge di Bilancio del 2016, del 2017 e del 2018 che sono fortemente intervenute in merito ai flexible benefit e ai premi di risultato.

 
 

È bene ricordare che questo tipo di benefit aziendali deve essere concesso alla totalità dei dipendenti o a categorie omogenee di questi.

All’interno dei flexible benefit si possono inserire altri benefit per i quali non si gode del tutto del regime fiscale agevolato. Cosa intendiamo dire? È il caso dei buoni acquisto che, dal punto di vista fiscale, essendo dei fringe benefit, se superano la soglia annuale dei 258,23 euro , rientrano nel reddito del dipendente che quindi dovrà pagarci le tasse.

Solo per i dipendenti con figli a carico, l’art. 40, D.L. n. 48/2023 (Decreto lavoro), entrato in vigore lo scorso 5 maggio, ha stabilito, per il 2023, l’aumento dell’esenzione, che è passata da 258,23 euro a 3.000 euro, per i fringe benefit assegnati e le bollette pagate o rimborsate dal datore di lavoro.

Anche i buoni pasto possono far parte dei flexible benefit, e cioè possono essere scelti dal dipendente, seppur nei limiti previsti giornalieri per persona, vale a dire di 4 euro, se sono cartacei, di 8 se digitali, come è stato previsto a partire dall’1 luglio 2019.

Le particolarità dei fringe benefit

Quanto abbiamo detto finora, fa emergere dunque la particolarità dei fringe benefit. Spesso si parla di differenza, ma in realtà non c’è una reale diversificazione perché l’uno fa parte dell’altro. 

I fringe benefit – i cosiddetti beni accessori – hanno la soglia di esenzione che abbiamo appena detto e non devono essere riconosciuti necessariamente alla totalità o a categorie omogenee di dipendenti.  Possono infatti essere disciplinati anche all’interno del contratto individuale e diventare così a tutti gli effetti parte della retribuzione del dipendente.

Quali sono i vantaggi dei flexible benefit?

I vantaggi dei flexible benefit sono diversi sia per l’azienda che per il dipendente.

Vediamoli in dettaglio.

Vantaggi lato dipendente

Per un o una dipendente questi sono i principali vantaggi dei flexible benefit:

  • libertà di scelta da un paniere di beni e servizi a seconda delle proprie esigenze;
  • si tratta di benefit per lo più esentasse pertanto aumentano il potere d’acquisto;
  • possono essere erogati direttamente dall’azienda o a rimborso;
  • migliorano la qualità di vita offrendo dei servizi cui magari non si penserebbe di acquistare (abbonamento ai teatri, terme, ma anche la previdenza complementare);
  • aumentano le possibilità di dedicare del tempo a se stessi;
  • si tratta di benefit di cui godono anche i familiari.
 
 

Nel caso della previdenza complementare, i contributi versati con questo scopo sono deducibili fino a 5164,57 euro all’anno. Così come per le spese mediche lo sono fino a 3615,20 euro l’anno.

Vantaggi lato azienda

Per quanto riguarda l’azienda, ecco alcuni vantaggi dell’inserire i flexible benefit nel piano di welfare aziendale:

  • miglioramento del clima aziendale e aumento della soddisfazione dei lavoratori;
  • rendere l’azienda più attrattiva nei confronti dei candidati (employer branding);
  • trattenere i dipendenti e farli sentire più considerati all’interno dell’azienda (talent retention e riduzione del turn over del personale);
  • aumento della produttività;
  • risparmio sui costi.

Un ulteriore vantaggio anche se può sembrare di meno conto: in caso di aziende medio piccole, offrire abbonamenti a teatri, cinema o palestre può voler dire, specie se i dipendenti vivono nella stessa comunità, creare occasioni in cui si possano incontrare o magari possano fare attività insieme extra lavorative.