Welfare aziendale
19 Lug 2022
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Bonus trasporto pubblico: perché inserirlo in un piano di welfare aziendale

È un vantaggio per il dipendente ma anche per l’azienda purché si rispettino determinate indicazioni. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul bonus per il trasporto pubblico per il tragitto casa-lavoro
Autore
Redazione
bonus trasporto pubblico

Viaggiare da casa al lavoro è sempre più conveniente grazie all’ampliamento del raggio d’azione del welfare aziendale. Rientrano, infatti, tra i vantaggi fiscali, anche le eventuali spese per il servizio di trasporto pubblico.

Sia che siano sostenute direttamente dal datore di lavoro, che rimborsate ai lavoratori, queste infatti non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente.

Vediamo in cosa consiste il bonus per il trasporto pubblico e come si inserisce in un piano di welfare aziendale.

L’esenzione per il trasporto pubblico per dipendenti e familiari

Come dicevamo, le spese per il trasporto pubblico fanno parte, insieme ad altri benefit per il tragitto casa-lavoro, di quelle iniziative che il welfare aziendale può mettere in campo a favore dei dipendenti. Quella del bonus trasporto è stata prevista dalla legge di Bilancio 2018 recita che:

 
 

“Non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente le somme erogate o rimborsate alla generalità o a categorie di dipendenti dal datore di lavoro, o le spese da quest’ultimo direttamente sostenute […] per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale del dipendente e dei familiari a carico”.

In particolare, la circolare 5/E 2018 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che questa esclusione dal reddito, prevista in precedenza solo per il servizio di “trasporto collettivo”, riguarda oggi anche l’acquisto da parte del datore di lavoro o il rimborso di abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

Questo è possibile se è frutto di un’azione volontaria da parte del datore di lavoro ma anche se avviene in esecuzione di disposizioni di contratto, accordo o di regolamento aziendale. 

Inoltre, l’esenzione è prevista anche nel caso in cui l’abbonamento per il trasporto pubblico sia destinato a un familiare del dipendente. Purché risulti fiscalmente a carico.

 
 

Attenzione: questo è possibile solo se l’abbonamento al trasporto pubblico è offerto alla generalità dei lavoratori dipendenti o a categorie di dipendenti.

Se invece viene messo a disposizione solo di certi lavoratori dipendenti, diventa un fringe benefit rilevante ai fini della formazione del reddito di lavoro dipendente.

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Detrazione e rimborsi

Inoltre, al dipendente è riconosciuta una detrazione dal reddito complessivo IRPEF, pari al 19% dell’ammontare delle spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale.
Sono inclusi l’alta velocità, metropolitane, tram, autobus e trasporti autostradali, fino ad un importo annuale
non superiore a 250 euro: il risparmio massimo per ogni anno sarà quindi pari a 47,50 euro attraverso la detrazione sul 730 o unico.

Il risparmio diventa invece molto più significativo per i cosiddetti buoni TPL (Trasporto Pubblico Locale).  Tramite disposizioni contrattuali o anche semplici accordi o regolamenti aziendali, il rimborso o il pagamento delle spese di abbonamento ai trasporti dei dipendenti può essere fatto direttamente dal datore di lavoro.

Il risparmio per il dipendente, in questo secondo caso, non prevede limiti e tetti di spesa. Per esempio se ha un abbonamento “treni regionali e mezzi urbani” oppure due abbonamenti separati (uno per il Frecciarossa e l’altro per i trasporti urbani), per un importo di 100 euro mensili, potrà risparmiare, se rimborsato dal datore, 1.200 euro l’anno.

Le tipologie di biglietto escluse dalle agevolazioni

Fuori da questo sistema di welfare restano i titoli di viaggio che abbiano una durata oraria, anche se superiore a quella giornaliera, quali ad esempio i biglietti a tempo che durano 72 ore.
Così come restano escluse le cosiddette
carte di trasporto integrate che includono anche servizi ulteriori rispetto a quelli di trasporto quali, ad esempio, le carte turistiche che oltre all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici consentono l’ingresso a musei o spettacoli.

I vantaggi del bonus trasporto pubblico per dipendente e azienda

I vantaggi del bonus trasporto per i mezzi pubblici sono diversi. Tra questi ci sono: 

  • migliorare il benessere del dipendente
  • ridurre l’incidenza del cuneo fiscale e contributivo
  • aumentare il reddito spendibile
  • equiparare il dipendente ai professionisti autonomi che già possono dedurre le spese di viaggio.

Inserire quindi il bonus trasporto pubblico in un piano di welfare aziendale vuol dire sicuramente porre attenzione al benessere organizzativo e dei dipendenti oltre che strizzare l’occhio alla mobilità sostenibile.

Lato azienda, ci sono diversi vantaggi come il fatto di lavorare in ottica di employer branding e di rendersi più attrattiva agli occhi dei candidati. Così come in ottica di employee retention, vale a dire trattenere i dipendenti, ma anche di fidelizzazione e sostegno ai propri lavoratori. 

Una serie di vantaggi che fanno dell’accoppiata benefit aziendali–trasporto pubblico una misura vincente per le imprese che vogliono fare del welfare un pilastro d’impresa.

Come pensare ai benefit per i dipendenti in modo pratico e immediato?