Welfare aziendale
6 Feb 2021
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Legge di bilancio 2021: no al raddoppio dei fringe benefit e stop per la mobilità green

Con la Legge di Bilancio 2021 il welfare aziendale ha subito uno stop. E su fringe benefit e welfare della mobilità nessun passo in avanti.
Autore
Redazione
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A differenza delle altre leggi di bilancio, dal 2016 fino al 2020, quella del 2021 ha lasciato piuttosto scontento chi si aspettava che venissero introdotte novità significative nell’ambito del welfare aziendale.

Soprattutto perché è stata approvata alla fine di un anno complicato, come il 2020, che tutti ricorderemo per l’emergenza Covid-19, la pandemia e gli effetti che ha avuto sul mondo del lavoro.

La legge di Bilancio 2021 si è infatti concentrata più sulle iniziative di welfare statale e meno spazio ha dato a quella parte di sostegno alle famiglie che arriva dalle aziende. 

Tra le prime mancate novità c’è stata la mancata conferma della soglia di esenzione per i fringe benefit a 516,46 euro, come era stato deciso in misura straordinaria con il Decreto Agosto. A partire dall’1 gennaio 2021, infatti, la soglia per i beni accessori è tornata a 258,23 euro. 

Non solo i fringe benefit, l’altro emendamento presentato puntava anche sul welfare della mobilità.

Vediamo allora cosa non è stato previsto dalla Legge di Bilancio 2021 per il welfare aziendale e come le aziende, in questo momento, si possono “muovere” con quello che hanno già.

Fringe benefit: la soglia di esenzione torna a 258,23 euro

Il raddoppio della soglia di esenzione per i fringe benefit avrebbe dovuto essere la conferma di quanto deciso con il decreto n. 104 approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 agosto 2020. Riconoscere infatti la detassazione ai dipendenti fino a 516,46 euro significava sicuramente dare maggiore loro maggiore potere d’acquisto supportando le famiglie, ma anche dare un piccolo impulso alla ripresa dell’economia.

La speranza potrebbe essere che il raddoppiamento della soglia venga discusso sui futuri decreti relativi ai ristori del nuovo Governo presieduto da Mario Draghi.

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No all’esenzione fiscale per la mobilità sostenibile

Un altro emendamento era stato presentato a favore del “welfare della mobilità”, anche questo non andato a buon fine. 

Consisteva nella richiesta di agevolare l’esenzione fiscale, prevista dall’art. 51, comma 2 del TUIR (lettera d-ter) non solo per gli abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico, ma anche per acquisto, noleggio e fruizione condivisa in sharing di mezzi di trasporto come auto, moto, scooter, e-bike in servizi aziendali. All’insegna cioè di quel corporate sharing di cui potrebbe avvantaggiarsi in primis il dipendente ma anche i suoi familiari. E questo per una somma non superiore a 1000 euro

Questo sostanzialmente il cuore dell’emendamento con l’obiettivo sicuramente di incentivare la mobilità condivisa e sostenibile e di coinvolgere allo stesso tempo quel mondo del lavoro che, come sappiamo, fa spostare ogni giorno tantissime persone. Cosa che probabilmente riprenderà ancora di più dopo la fine dello stato di emergenza prevista entro il 5 marzo 2021.

Edenred Mobility: la piattaforma a favore della mobilità aziendale

Per quanto riguarda il welfare della mobilità, una novità per i dipendenti arriva da Edenred Mobility, piattaforma digitale, composta da moduli interattivi, che permettono di valutare di volta in volta il miglior servizio per il tragitto casa-lavoro e viceversa. 

Tra i moduli ti segnaliamo, oltre all’acquisto di biglietti e abbonamenti per il servizio pubblico, la possibilità di condividere il percorso con i colleghi in modalità car pooling aziendale. Questo infatti fa parte del modulo Mobility Pooling così come, grazie a Mobility Sharing il dipendente avrà la possibilità di utilizzare i servizi di car sharing con dei costi agevolati. 

Sono solo alcune delle possibilità offerte dalla piattaforma per migliorare la mobilità aziendale, in attesa di vedere le future evoluzioni e se magari il tema della sostenibilità rientrerà attraverso il Recovery Plan.