Welfare aziendale
7 Gen 2021
| 3'

Quali dipendenti hanno diritto ai servizi di welfare aziendale

Chi può accedere ai benefit aziendali e con quali criteri ciò viene determinato? Di fatto, tutti i dipendenti pubblici e privati hanno diritto al welfare aziendale. Ecco come funziona.
Autore
Redazione
quali dipendenti hanno diritto al welfare aziendale

I beneficiari di un piano di welfare aziendale sono principalmente i lavoratori dipendenti di aziende pubbliche o private, che possono godere di vantaggi fiscali e accedere a beni e servizi per sè e i propri familiari.

Nello sviluppo di un piano di welfare, affinché le somme destinate possano risultare non imponibili, l’azienda deve individuare i beneficiari in riferimento alla generalità o a categorie omogenee di dipendenti.

Benefit e categorie omogenee di beneficiari

Da precisare innanzitutto che per generalità si intende una pluralità di soggetti che appartengono a un singolo raggruppamento, ma questa definizione non è volta a indicare necessariamente la totalità dei dipendenti, in quanto è possibile escludere particolari tipologie contrattuali.

L’indicazione di categorie omogenee fa invece riferimento all’individuazione di un gruppo sulla base di diversi criteri. Questi devono assicurare l’implementazione di un piano di welfare che includa uno scopo sociale nei riguardi delle categorie individuate.

Alcuni esempi di categorie omogenee possono essere:

  • dipendenti con lo stesso inquadramento (impiegati, quadri, dirigenti, ecc.);
  • dipendenti con lo stesso livello contrattuale (IV livello, V livello, ecc.);
  • dipendenti appartenenti a una certa sede (categoria spaziale);
  • dipendenti con figli: un benefit può essere destinato solo ai dipendenti con figli per supportarli nelle attività connesse al loro sostentamento,
  • dipendenti domiciliati oltre una certa distanza dalla sede aziendale;
  • dipendenti con un determinato livello di reddito.

Welfare e familiari dei dipendenti

La normativa welfare prevede inoltre che alcuni benefit messi a disposizione dal piano welfare possono essere fruiti dal dipendente stesso, altri solo dai suoi familiari. Alcuni benefit, infine, possono essere fruiti sia dal dipendente che dai familiari.

In ogni caso, i familiari che possono aver diritto sono:

  • il coniuge, anche dello stesso sesso (unione civile).
  • i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti
  • i figli legittimi e/o illegittimi e/o naturali e/o adottivi; in loro mancanza, i discendenti prossimi, anche naturali
  • i generi e le nuore
  • il suocero e la suocera
  • i fratelli e le sorelle germani (che condividono entrambi i genitori) o unilaterali.

Benefit e Covid-19: flexible benefit e chi ne ha diritto

L’azienda può individuare una categoria omogenea per la quale prevedere fringe benefit. E questo tenendo conto di vari aspetti legati anche a una precisa esigenza sociale dei dipendenti. Anche se questa tipologia particolare di benefit, a differenza degli altri servizi welfare, non richiede al fine della detassazione la presenza di una categoria omogenea di beneficiari.

Per esempio, l’attuale fase di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha avuto un impatto significativo sul mondo del lavoro, portando alla luce nuove esigenze e opportunità legate al welfare aziendale e ai beneficiari che ne potrebbero godere.

 
 

Oggi per le aziende è dunque ancora più fondamentale offrire strumenti che presenti contemporaneamente una funzione sociale e di supporto al reddito.

Secondo un recente report diffuso da INPS nell’aprile 2020, le ore complessive richieste dalle imprese di cassa integrazione hanno superato quota 772 milioni mostrando un incremento di circa 30 volte superiore rispetto al 2019.
Questo gruppo di dipendenti particolarmente toccato dalla crisi potrebbe rappresentare un esempio di nuova categoria omogenea per la quale è possibile attivare dei piani welfare capaci di offrire un sostegno concreto.

Un altro aspetto che diventa evidente è la necessità di introdurre benefit per le famiglie dei collaboratori, attraverso buoni welfare che includano servizi dedicati come babysitter o assistenza per i più anziani, individuando sempre delle categorie con un comune bisogno sociale.

L’aumento delle ore effettuate in smart working nel rispetto delle misure anti-contagio hainoltre modificato le esigenze casa-lavoro dei dipendenti e non solo quelli con figli, introducendo nuove esigenze. Da un lato la gestione flessibile del lavoro ha infatti provato di essere un’occasione per aumentare la produttività. Ma dall’altro, può essere interpretata come un’occasione per i dipendenti di migliorare il proprio work-life balance.

Chi ha diritto al welfare nelle piccole e medie imprese

I benefit previsti dal piano di welfare hanno diversi vantaggi sia per le aziende sia per i dipendenti. Motivare i dipendenti significa concretamente aumentare il loro potere d’acquisto e per l’azienda ottenere, come abbiamo visto, una maggiore produttività.

Un’opportunità che possono cogliere sia le grandi organizzazioni sia le piccole e medie imprese. Anche i dipendenti delle realtà più piccole possono infatti essere beneficiari di welfare aziendale.

Dalle soluzioni più utilizzate, come i buoni pasto ai flexible benefit – ne è un esempio la gamma di servizi offerti da Edenred Welfare -, valgono gli stessi vantaggi fiscali riconosciuti sia ai dipendenti sia alle aziende.

A cambiare sono infatti solo le modalità di attribuzione del welfare nel caso si tratti di aziende con sindacati interni o meno.