Welfare aziendale
9 Set 2022
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Il supporto psicologico in un piano di welfare aziendale: perché è importante?

Supporto psicologico e sostegno ai caregiver entrano a pieno titolo in un piano di welfare aziendale. E diventano sempre più cruciali per il benessere totale dei propri dipendenti, non solo in pandemia. Ecco come
Autore
Redazione
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Cresce il valore e l’apprezzamento nei confronti del welfare aziendale per i suoi risultati positivi, sia per il benessere e la qualità della vita dei dipendenti che per il miglioramento della produttività dell’azienda stessa.
Adottare
strumenti di welfare è ormai un fenomeno diffuso in molte aziende e assume caratteristiche diverse a seconda delle differenti realtà, PMI o grandi aziende, ma anche a seconda del settore. Inoltre il welfare aziendale è diventato sempre più protagonista anche nei CCNL. 

Tutto questo accade perché le imprese credono sempre più in una visione del lavoro che sappia mettere al centro le proprie risorse e i bisogni dei dipendenti, offrendo un supporto concreto alla sfera personale e familiare dell’individuo. Il che supera di gran lunga il fatto di concedere solo incentivi economici.  

Se il welfare aziendale quindi è passato dall’essere un semplice strumento di integrazione della total reward costituito da servizi e benefit strutturati, quali sono i reali vantaggi per il dipendente e cosa può rientrare in un piano di welfare aziendale?

Tra questi sicuramente il supporto psicologico e ai caregiver, vediamo come e perché.

Perché avere uno psicologo in azienda?

Che ci sia bisogno di supporto psicologico dopo il periodo pandemico vissuto e i numerosi  lockdown, è evidenziato anche dal fatto che sono tante le richieste per il bonus psicologo previsto dallo Stato, molte di più di quanto riescano a coprire i fondi stanziati. Il bonus psicologo è infatti di un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia e aiutare chi, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, è colpito da ansia, stress, depressione e fragilità psicologica. 

Un contributo una tantum che viene concesso a chi ha determinate caratteristiche, come ISEE sotto i 50mila euro, e che in un periodo come quello che stiamo vivendo è sicuramente importante, ma non basta. Ecco perché avere uno psicologo in azienda è diventato sempre più importante così come garantire servizi psicologici è quasi un “must” per l’azienda che vogliono puntare su un benessere a tutto tondo delle proprie persone.

A evidenziare come i dipendenti abbiano sempre più bisogno di supporto per affrontare problemi di natura psicologica è anche un’analisi di McKinsey condotta nel dicembre del 2020 su 1000 datori di lavoro. 

Il 90% di loro, una percentuale altissima, ha raccontato come la crisi scatenata dal Covid stesse influenzando la salute comportamentale e avendo delle ripercussioni sulla produttività. Anche prima del 2020 problemi come ansia, stress e depressione erano diffusi, ma è con la pandemia e con la recente guerra tra Russia e Ucraina che la situazione sta peggiorando. Il che comporta aumento dell’assenteismo, produttività ridotta, un numero crescente di licenziamenti – che spesso si identificano nelle Grandi Dimissioni – e aumento dei costi sanitari.

Alla luce di tutto questo e del fatto che lo stesso bonus previsto dallo Stato non riesce a coprire il fabbisogno, avere uno psicologo in azienda è sempre più importante così come prevedere dei servizi psicologici online

La presenza di un professionista con cui confrontarsi, sia dal vivo che da remoto, porta diversi benefici sia ai dipendenti che in generale a tutta l’organizzazione.
Avere uno psicologo in azienda infatti contribuisce a:

  • creare un clima interno più disteso e di maggiore fiducia;
  • favorire il dialogo tra i lavoratori ma anche tra loro e i manager/datori di lavoro;
  • superare alcune dinamiche e migliorare il benessere delle persone;
  • individuare fin da subito le situazioni di crisi e allontanare lo spauracchio delle dimissioni;
  • coltivare i talenti delle persone;
  • attrarre i candidati;
  • migliorare le soft skill dei dipendenti. 

Il welfare aziendale in un periodo critico come quello che stiamo vivendo continua a dare supporto psicologico ai propri dipendenti.

 
 

Adottare un piano in tal senso può voler dire infatti prendersi cura a tutto tondo dei propri dipendenti.

Tra le varie iniziative che un’azienda può inserire c’è per esempio lo sportello psicologico che rientra tra i servizi di People Care che un’organizzazione può avere scegliendo Edenred Welfare

Si tratta di uno sportello che l’azienda mette a disposizione, sia fisicamente che online, per aiutare le persone ad affrontare momenti difficili che possono essere causati sia dalla crisi economica e sociale che stiamo vivendo che da motivi personali. E che possono creare un forte stato di demotivazione, stress e tensione anche con i colleghi. Lo sportello psicologico è gestito da professionisti esperti in varie problematiche. 

Il welfare aziendale a supporto dei genitori

Nel piano di welfare aziendale possono poi rientrare il supporto pedagogico e pediatrico visto che tra i più colpiti dalla pandemia ci sono proprio i bambini. Non tanto in termini di contagio quanto per gli effetti sulla loro psiche e sul fatto di stare spesso chiusi in casa o di non poter vivere la loro socialità. 

Sicuramente da questo punto di vista, un notevole contributo è arrivato dal fatto di poter utilizzare i voucher per le lezioni online dei figli, ma anche per acquistare computer, tablet ecc… con buoni acquisto come Edenred Shopping. Un piano di welfare dunque può davvero supportare il dipendente a 360 gradi.

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Welfare aziendale a sostegno dei caregiver e degli anziani isolati

Lo abbiamo sentito dire spesso: tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19 ci sono stati gli anziani che, specie nel primo lockdown, ma anche nel secondo, sono rimasti isolati e con un supporto limitato. 

Il welfare si è rivelato un elemento chiave del rapporto tra persone e aziende anche da questo punto di vista e nei confronti dei cosiddetti caregiver, ossia di quelle persone che si prendono cura di familiari non autosufficienti

Tra i servizi che il welfare aziendali ha offerto e può continuare a offrire ci possono essere le consulenze online, tutor per la presa in carico del familiare, ma anche disbrigo di attività domestiche, infermeria e fisioterapia a domicilio. 

Inoltre, uno strumento a sostegno di un dipendente caregiver può essere il maggiordomo aziendale che può diventare utilissimo quando il dipendente non riesce a ritirare quel determinato documento o a pagare quel bollettino che gli serve per andare avanti con un pratica. 

Le caratteristiche vincenti di questo tipo di welfare sono dunque: la semplicità di utilizzo grazie alle piattaforme di welfare e l’offerta di benefit utili alla famiglia, ai bisogni primari e a sostenere il reddito come per i fringe benefit che sono stati di recente oggetto del raddoppio della quota di esenzione fiscale che con il Decreto Aiuti-bis è passata, per il 2022, da 258,23 a 600 euro. Senza poi dimenticare poi quell’ulteriore sostegno al reddito che viene dai buoni acquisto per il carburante o la spesa

Un’ulteriore conferma di come il welfare aziendale stia giocando e possa giocare un ruolo importante nella ripresa economica di aziende e persone.