Welfare aziendale
14 Apr 2021
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Osservatorio Edenred 2021: analisi delle politiche di welfare aziendale in Italia

Quale ruolo ha avuto il welfare aziendale in un anno come il 2020? Scopriamolo attraverso la nuova edizione dell’Osservatorio
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Redazione
osservatorio edenred 2021

La quinta edizione dell’Osservatorio sul welfare aziendale di Edenred presenta un quadro esaustivo del settore, del suo andamento e sviluppo nel corso del 2020.

Analizzare il sistema di welfare aziendale diffuso in Italia tramite i flexible benefit, è un impegno che Edenred porta avanti per offrire uno studio accurato e sempre aggiornato delle dinamiche e trend di utilizzo del welfare aziendale in Italia.

L’analisi è stata condotta su 500.000 dipendenti di oltre 3.000 imprese che hanno attivato piani di flexible benefit attraverso le piattaforme Edenred Welfare.

Alla luce delle significative particolarità del periodo storico attuale, è importante soffermarsi sul ruolo del welfare aziendale in un anno così critico per la pandemia Covid-19 e le importanti ripercussioni in ambito sociale ed economico sul Paese.

Mentre il 2019 ha rappresentato per il mercato italiano del welfare aziendale un momento di svolta, il 2020 ha imposto un banco di prova cruciale delle misure di flexible benefit come efficace misura di supporto ed integrazione al reddito.

Dallo studio emerge una fotografia di un periodo complesso, segnato dalla pandemia globale e dalla conseguente crisi economica che ha colpito anche il settore e i consumi del welfare aziendale.

Scopriamo assieme alcuni dei dati più significativi.

Aziende e settori di produzione: chi eroga i flexible benefit?

Un confronto tra le caratteristiche delle aziende fruitrici delle soluzioni flexible benefit welfare con il tessuto d’impresa italiano – su dati ISTAT del “Registro Statistico delle Imprese Attive (ASIA)” – fornisce alcuni primi spunti di riflessione riguardo alla diffusione delle pratiche di welfare aziendale nel Paese.

In linea con le precedenti edizioni, ad adottare i flexible benefit sono soprattutto le medio-grandi imprese.
Il campione di mercato di Edenred Welfare conferma una maggiore diffusione del welfare tra imprese di medio-grande dimensione, con circa 1 impresa ogni 4 (25,6%) di grandi realtà imprenditoriali con oltre 200 addetti.

Un segnale positivo arriva però anche dalle piccole, dove la percentuale di aziende con meno di 50 dipendenti (45%) è quasi raddoppiata rispetto al 2018 (23%).

I settori trainanti restano il manifatturiero, seguito dalle aziende finanziarie, di servizi digitali e TELCO.

 
 

Nel settore manifatturiero è evidente il ruolo chiave del CCNL nell’adozione di strumenti di welfare aziendale, nelle altre realtà emerge quale fattore abilitante il grado di digitalizzazione dell’azienda e dei propri collaboratori.

E quali sono le fonti di finanziamento adottate?

Era ragionevole aspettarsi un calo nella quota media di credito welfare pro-capite erogato dalle aziende, i dati dell’Osservatorio mostrano in realtà una flessione molto inferiore alle aspettative: un importo pari a 850 euro pro-capite per il 2020, contro gli 860 dell’anno precedente.

A fronte di una caduta del reddito disponibile delle famiglie nel 2020, pari a circa tre punti percentuali secondo le stime di Banca d’Italia, la quota welfare si contrae solo in misura dell’1,16% rispetto al 2019 (-10 euro circa in media).

I piani erogati si dividono per fonti di finanziamento come segue:

  • 76% welfare on top;
  • 18% PDR (premi di risultato);
  • 34% CCNL (contratti collettivi nazionali).

Aumenta la co-esistenza di piani welfare multi-fonte passando dal 22% di beneficiari con piani welfare multi-fonte nel corso del 2019, al 25% nel corso dell’ultimo anno.

Questo significa che le aziende tendono a sviluppare i loro piani welfare affiancando diverse fonti di finanziamento.

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Come sono cambiati i consumi del welfare aziendale

Il 2020 ha influito in generale sui consumi delle famiglie con una contrazione e una ridefinizione delle priorità d’acquisto. Lo stesso è avvenuto per i flexible benefit e le tipologie di spesa dei beneficiari dei piani di welfare.

Nel 2020 si è infatti registrato un consumo pari a circa il 59% delle quote flexible benefit disponibili, con una diminuzione del 7,4% rispetto a quanto consumato nel 2019.

Una variazione negativa comunque parzialmente più contenuta rispetto alla flessione dei consumi nazionali complessivi, stimata essere pari all’8,8% da Banca d’Italia nel 2020.

I servizi welfare più richiesti

In merito ai servizi welfare messi a disposizione per il benessere dei dipendenti, è emersa una naturale contrazione della spesa in categorie viaggi e area ricreativa, particolarmente evidente in corrispondenza dei periodi di lockdown, se si confrontano gli andamenti di spesa mensili tra 2019 e 2020.

Si confermano tra i servizi più richiesti i fringe benefit, come buoni acquisto e carte regalo, complice in particolare il Decreto Agosto (Decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, art.112) che ne ha raddoppiato il limite di detassazione per l’anno fiscale 2020 sostenendo così i consumi delle quote di welfare aziendale.

Da sapere: il raddoppio della soglia di esenzione fiscale è stato nuovamente previsto grazie al Decreto Sostegni per il 2021.

Un approfondimento sulla conversione del premio di risultato

Anche sulla produttività l’emergenza sanitaria ha avuto un notevole impatto.
Rispetto al 2019 ha convertito in welfare aziendale il proprio premio di risultato, il 5% in meno dei beneficiari: 30% vs 35%.

Se confrontiamo il dato con quello 2018, nel quale a convertire il premio è stato il 25% della platea di beneficiari, notiamo comunque un trend in crescita, seppur impattato dall’incertezza scaturita dall’improvvisa crisi pandemica: non dimentichiamo infatti che gran parte dei premi di risultato vengono convertiti tra marzo e maggio, che nel 2020 sono stati i mesi più complicati.

Allo stesso modo, anche in termini di importi si è registrata un’inflessione significativa: la conversione degli importi nel 2020 è stata del 21% del totale convertibile, 10 punti percentuali in meno rispetto al 2019.
Anche in questo caso, tuttavia, il dato resta più alto rispetto al 2018, anno in cui la conversione media si è attestata al 18%.

Questi dati ci danno una visione complessiva positiva: nonostante le difficoltà, le conversioni non hanno toccato i valori del 2018.

2020: il welfare afferma ancora la sua solidità

Le sfide poste dal mutato contesto socio-sanitario e dalle relative ripercussioni economiche e sociale delle misture di contenimento della pandemia Covid-19 ha influenzato sia il modo di vivere che le tipologie di spesa di persone e famiglie.

Questi avvenimenti hanno di conseguenza condizionato, da una parte, le politiche di welfare aziendale adottate dall’aziende, e dall’altra l’utilizzo e i consumi dei dipendenti.

Nonostante queste premesse, l’Osservatorio Edenred ha però provato che l’ecosistema del welfare aziendale via flexible benefit ha mostrato un notevole livello di solidità, sia nel ricorso da parte delle aziende allo strumento, sia nel consumo delle quote a disposizione da parte dei beneficiari stessi.

 
 

Si è spostata l’attenzione al ruolo sociale del welfare aziendale per aiutare imprese e collaboratori nel contesto attuale, sostenuto in modo importante da misure normative specifiche introdotte dal legislatore.

Ne sono testimonianza il raddoppio dell’esenzione dei fringe benefit con il decreto di agosto e le risoluzioni 36/E e 55/E. Così, come già accennato, il fatto che anche per il 2021 si sia andati nella stessa direzione. Sperando che si prosegua sulla stessa lunghezza d’onda anche negli anni precedenti. 

Come gestire al meglio il welfare aziendale?