Welfare aziendale
23 Ott 2023
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Osservatorio welfare aziendale in Italia: triplicata la spesa in fringe benefit

Dall'Osservatorio Edenred del 2023 emerge che il welfare aziendale è un investimento utile, ma soprattutto è, in un periodo di crisi economica, una forma di sostegno al reddito delle famiglie. Nell'articolo: trend, dati e un confronto con gli anni passati.
Autore
Redazione
osservatorio welfare aziendale

L’Osservatorio Welfare di Edenred è il rapporto annuale che analizza l’andamento del welfare aziendale in Italia. Un appuntamento ormai fisso, nonché un’occasione di confronto con tutti i principali stakeholder del settore rispetto ai cambiamenti del mercato, alle aspettative e alle necessità delle persone in ottica di wellbeing.

L’edizione 2023 è stata la più ricca di sempre. In aggiunta, infatti, all’ormai tradizionale analisi sulle aziende clienti di Edenred, oltre 4 mila con 670 mila beneficiari, quest’anno è stato integrato un ulteriore approfondimento a cura di BVA Doxa sul sentiment dei lavoratori delle medie e grandi imprese italiane.
Un modo per offrire un quadro ancora più completo ed esaustivo sulla reale situazione del welfare aziendale nel nostro Paese e per conoscere la percezione, le opinioni e i bisogni emergenti dei lavoratori, trovando maggiori punti di contatto con loro e, quindi, soluzioni sempre più efficaci.

Osservatorio Welfare aziendale 2023: i principali trend

L’Osservatorio 2023 sul welfare aziendale di Edenred Italia ci permette ogni anno di fare il punto sullo stato del settore nel nostro Paese. Se l’edizione del 2022 rifletteva necessariamente un andamento fortemente condizionato dal periodo pandemico, quest’anno l’analisi permette un ragionamento più ampio e di prospettiva, che tiene conto anche degli effetti post-pandemia. 

A emergere è un eco-sistema virtuoso, in cui le aziende giocano, ormai, una funzione centrale, con oltre 8 su 10 convinte che il welfare aziendale sia un investimento utile e possa dare un contributo concreto anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di business. In questo contesto continuamente in evoluzione, dunque, il welfare aziendale ottiene una maggiore e diffusa consapevolezza rispetto al suo ruolo. Soprattutto nell’ultimo anno, rivelandosi un valido strumento per contrastare un periodo di crisi economica.

“Il welfare aziendale continua a confermare il suo valore di grande impatto sociale, rappresentando un punto saldo e un elemento fondamentale per le aziende, in grado di supportare concretamente persone, imprese e territori”, ha dichiarato Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare Edenred Italia.
Di pari passo, con la stessa evoluzione, abbiamo tracciato gli scenari futuri e le nuove linee guida da seguire per favorire la miglior conciliazione tra vita privata e professionale, operando in funzione di sistemi organizzativi sempre più inclusivi, innovativi e sostenibili. Lo abbiamo fatto indicando i temi chiave che rappresentano oggi i principali pillars di sviluppo, per le aziende che vogliono rendersi attrattive sul mercato ed appealing in un’ottica di talent attraction”.

I 5 pillars di sviluppo del welfare aziendale

Il welfare aziendale oggi è un driver eccezionale che viaggia in almeno 5 direzioni, diverse ma complementari, individuate come linee guida distintive e di prospettiva del suo ruolo: sostenibilità, gender equality, quotidianità, engagement e semplicità.

Quotidianità

Il welfare conferma il suo forte valore sociale, anche a supporto di inflazione e carovita, in grado di rispondere alle nuove esigenze e all’evoluzione dello scenario economico e normativo.

Il 64% dei rispondenti lo considera una vera e propria forma di sostegno al reddito delle famiglie, oltre che un supporto concreto alle spese quotidiane dei dipendenti. Il 63%, inoltre, pensa che tali strumenti siano una risposta concreta ai nuovi bisogni delle persone.

Il tasso di consapevolezza dell’importanza degli strumenti di welfare quali concrete forme di sostegno al reddito, al benessere dei lavoratori e alle famiglie, è maggiormente elevato tra i dipendenti che già ne beneficiano.

Sostenibilità

Con un DNA naturalmente sostenibile, il welfare è in linea con una visione del mondo più consapevole vicina a quelle società che oggi adottano pratiche eco-friendly sperimentando nuove forme di mobilità, che sono attente alle iniziative su work-life balance, genitorialità, diversity & inclusion, e che per questo risultano più attraenti sul mercato.

 
 

Il 75% dei dipendenti di aziende che applicano politiche di welfare ritiene di lavorare in un’azienda sensibile alle tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile.

Gender equality

Il welfare è sempre più strumento di empowerment femminile, utile a favorire un percorso di cambiamento culturale in azienda, al fianco delle imprese e a supporto della crescita professionale delle donne.

Il 64% dei dipendenti in generale afferma che nella propria azienda è garantita la parità di genere. La percentuale cresce al 69% tra coloro che hanno un piano di welfare e scende al 59% tra coloro che non ce l’hanno.
Da notare come questo dato cambi rispetto al percepito tra uomini e donne: per i primi la percezione positiva è del 70%, mentre per le donne la percentuale diminuisce al 56%.

Engagement

Il welfare oggi è però soprattutto una leva per misurare il livello di felicità in azienda. Riconoscersi in un progetto comune, condividerne i valori, in un ambiente sano e con un clima aziendale positivo, sono solo alcuni dei parametri che trattengono oggi una risorsa e attraggono nuovi talenti.

Il sentiment positivo dei lavoratori è molto più elevato tra coloro che sono collocati in aziende con piani di welfare strutturati. E in generale l’engagement complessivo è direttamente influenzato dalla presenza o meno di un piano di welfareaziendale.

 
 

Il 63% del campione, infatti, ritiene la presenza o meno di un piano di welfare aziendale un fattore rilevante nella decisione di cambiare lavoro.

Semplicità

Il welfare fornisce una risposta ai bisogni semplice e immediata. Il valore della tecnologia è percepito in modo largo e trasversale.
Strumenti digitali, piattaforme e APP aiutano a semplificare la fruizione del welfare aziendale, consentendo al lavoratore un accesso diretto a tutti i benefit messi a disposizione dall’azienda. La pensa così l’82% degli intervistati.

Le categorie di spesa

La composizione complessiva della spesa dei flexible benefit vede prevalere con il 38,6% l’area fringe benefit, seguita dall’area ricreativa con il 22,3% e dall’istruzione con il 17,9%. 

D’altra parte, il valore medio del credito welfare consumato dai dipendenti è maggiore su altri capitoli, tra cui figurano la previdenza integrativa e complementare al primo posto, che assorbe un valore di circa 650 euro, seguita dall’assistenza ai familiari con poco più di 600 euro. A conferma del valore integrativo e sociale del welfare aziendale.

Triplicata la spesa in fringe benefit

Tra le tendenze è di interesse sottolineare la corsa dei fringe benefit che, rispetto ai valori del 2017, sono sostanzialmente triplicati nel 2022, attestandosi come la prima voce di spesa in termini percentuali.
L’accelerazione evidente è avvenuta negli ultimi mesi dell’anno. Fatto 100 il consumo in un mese, sempre negli ultimi due mesi dell’anno, la percentuale di consumo dei fringe benefit pesa rispettivamente da circa il 50% a novembre a oltre il 70% a dicembre 2022.

A novembre-dicembre del 2022 risulta utilizzato l’80% delle quote welfare in scadenza nell’ultimo bimestre dell’anno, contro il 69% dello stesso periodo dell’anno precedente. Una performance che segue l’evoluzione normativa in materia.

Come sono cambiati i consumi negli anni, dal 2017 al 2022

Il periodo compreso tra il 2017 e il 2022 evidenzia delle tendenze apparentemente connesse e che potremmo sintetizzare con la frase “più fringe, viaggi e vacanze”.
Salta all’occhio come dal 2017 la percentuale di spesa in fringe benefit sia cresciuta a un ritmo serrato fino a triplicare il suo valore nel 2022 e ad attestarsi come la principale voce di spesa.
Se poi la si somma anche alla voce buoni carburante, la percentuale
degli strumenti di sostegno “diretto” al reddito cresce notevolmente.

Per contro, il capitolo della spesa in istruzione ha subìto un graduale ridimensionamento a partire dagli anni successivi al 2019, fino a dimezzare il suo valore nel 2022.
L’altro capitolo di
spesa che ha visto una crescita significativa è quello dell’area ricreativa rispetto ai due anni precedenti. Al suo interno ha subìto una ricollocazione della spesa soprattutto a vantaggio della categoria viaggi e vacanze, passata dal 62% del 2019 al 74% del 2022, a scapito delle altre voci di spesa, in cui resiste con una percentuale significativa la categoria sport e benessere con il 13%, seppur fortemente ridimensionata dal 27% del 2019.

Osservatorio Welfare aziendale 2022

Il punto di partenza nel confronto con l’edizione precedente, riferita all’anno 2021, riguarda inevitabilmente la media delle reali disponibilità di spesa welfare per i dipendenti, il cosiddetto credito welfare. Qui si registra una tendenza positiva, con un credito pro capite per l’anno 2022 di 940 euro, in aumento rispetto al 2021.

Nel 2022 la percentuale di crescita della quota welfare media pro capite (10,6%), infatti, è stata superiore alla crescita dell’inflazione media annua (8,1%). Inoltre, la percentuale dell’effettivo consumo del credito welfare è cresciuta negli ultimi tre anni fino al 70% del 2022. 

Già nell’Osservatorio welfare aziendale di Edenred 2022 i fringe benefit si erano dimostrati una leva significativa di sostegno al reddito e ai consumi, in un contesto di marcata difficoltà economica, determinanti per la ripartenza dopo la pandemia.

Anche nel 2021 avevano rappresentato la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare soprattutto in buoni spesa e buoni carburante. Tendenza in crescita evidente anche nel 2020 e che attiene soprattutto all’intervento legislativo nei due anni di riferimento che ha raddoppiato, con una misura provvisoria e circoscritta dal punto di vista temporale, i limiti di spesa dei fringe benefit portandoli a 516,46 euro. 

Nel confronto tra gli anni 2021 e 2022, rispetto alla spesa mensile dei fringe benefit, dei buoni carburante e dei rimborsi per le utenze domestiche, emerge come negli ultimi due mesi del 2022 questi abbiano avuto un’impennata straordinaria, sia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che ai precedenti mesi del 2022.
Questo è
il risultato della novità normativa introdotta dal Governo a fine 2022, con l’innalzamento temporaneo del tetto dei fringe benefit a 3.000 euro.