Attrarre i clienti nei negozi grazie a un’app e alla gamification

Gamification, attività di engagement, raccolte punti con continui premi senza trascurare l’aspetto ludico e divertente: su questo e molto altro punta CheckBonus. Se volessimo essere riduttivi, potremmo dire che è un’app per favorire l’entrata e la permanenza all’interno dei punti vendita, uno dei desiderata delle aziende di oggi dopo 2 anni di pandemia e isolamento. Ma in realtà CheckBonus è molto di più.
Lo scopriamo insieme ad Antonio Pagani, managing director del Gruppo FMA e CMO di CheckBonus, con cui parliamo di marketing automation, proximity marketing, digitalizzazione degli utenti e cerchiamo di capire qual è, in questo contesto, il ruolo dei buoni acquisto Edenred Shopping.
Antonio, la prima domanda è d’obbligo: chi è e cosa fa CheckBonus?
“CheckBonus è un’applicazione che promuove il traffico nei punti vendita. L’utente raccoglie punti entrando nei negozi aderenti, interagendo con i prodotti e caricando gli scontrini d’acquisto, i punti sono poi convertibili in buoni/carte regalo. CheckBonus permette a brand e retailer di incrementare lo store traffic e stimolare le vendite, attraverso un sistema misurabile e incentivante per il consumatore”.
Il nome fa già intuire le caratteristiche del brand, potrebbe illustrarcele raccontandoci quali soluzioni offrite?
“Certamente, il funzionamento è molto semplice, prima di tutto si deve scaricare l’applicazione dallo store, è disponibile sia per Android sia per iOS. Una volta scaricata, inserendo il codice promo mwm07n si parte già con 50 punti ed è possibile, una volta completata la registrazione, iniziare subito a guadagnarne altri. Anche perché per l’utente basta attivare il GPS e il Bluetooth per poter vedere i negozi disponibili intorno a lui/lei, che daranno punti per i walkin (ingressi), scan (scansione degli scontrini) o acquisti. Inoltre, se si invitano gli amici tramite la funzione ad hoc si possono guadagnare dei punti extra.
Si tratta di un’app che funziona con una logica di gamification e per la quale oggi possiamo dire che abbiamo come unico vero competitor Payback.
In realtà, CheckBonus si distingue per altre caratteristiche rispetto a questa: intanto perché mettiamo insieme più retailer di differente tipo e il consumatore può accumulare punti compiendo azioni diverse. Oltre a quelle già dette, lo può fare per esempio scansionando i codici a barre, partecipando a dei sondaggi, così come scattando delle foto nei negozi quasi come un mystery shopper.
A febbraio abbiamo rilasciato un’ultima release dell’app che l’ha resa molto più completa da questo punto di vista. Ci sono poi delle ‘missioni specifiche’ per gli utenti come la condivisione di messaggi sui propri canali social: per la festa della mamma, per esempio chi condivideva il post di The Fork che invitava a regalare una card aveva in regalo 100 punti che poteva convertire in buoni acquisto Edenred.
Ma questo è solo uno dei tanti esempi: le funzioni dell’app integrano tutto ciò che è oggi presente sul mercato lavorando sul drive to store e il proximity marketing. Possiamo dire che tendiamo a valorizzare e a premiare qualsiasi azione facciano i nostri utenti.
Per noi l’app è un medium: non lavoriamo solo sull’invito all’acquisto, ma su diversi elementi che disegnano l’esperienza utente all’interno del negozio ma anche fuori”.
E quanto tutto questo porta le persone dentro i negozi? Per le aziende oggi è una nota dolente visto che si è diffuso sempre più l’e-commerce e la tendenza ad acquistare online…
“CheckBonus è nata 8 anni fa quando il concetto di Phygital era molto lontano in Italia, lo si conosceva vagamente ed è stata la prima app che ha introdotto questo modus operandi che parte con l’ingaggio online e termina con l’acquisto in negozio tramite la tecnologia beacon (tecnologia che basandosi su dispositivi Bluetooth consente a smartphone, tablet e altri dispositivi di trasmettere e ricevere piccoli messaggi entro brevi distanze, ndr). Gli utenti mentre sono in negozio ricevono informazioni sui vari prodotti, sulle attività ecc… e questo li porta a restare ancora di più dentro il punto vendita.
Noi, grazie all’app, sappiamo che una persona è entrata nel negozio di un partner, pertanto mandiamo notifiche per dire cosa c’è in un determinato reparto o inviamo delle mini-survey attraverso cui si ottengono punti. Tutto questo fa parte del rewarding. Il nostro è un sistema di marketing automation che si basa su newsletter e notifiche.
Abbiamo anche noi introdotto delle attività per i negozi online, ma quello di cui ci siamo resi conto è che c’è la volontà delle persone di tornare nei negozi fisici perché questa clausura forzata ha stancato un po’ tutti. Inoltre, se ci si fa caso, l’acquisto online è sempre più ragionato rispetto a quello in negozio. Credo che si andrà sempre più verso un virtual commerce in modo da riprodurre un’esperienza, anche online, che miri a prendere la pancia dei consumatori”.
Vi rivolgete ai retailer e, come si legge sul vostro sito, invitate a “riportare i clienti in negozio”: cos’è cambiato nell’esperienza di acquisto fisica nei due anni di pandemia? E in che modo aiutate i retailer ad aumentare la propria clientela?
“In effetti sono cambiate tante cose: la pandemia ha dato il via a una digitalizzazione degli utenti, a un cambio radicale delle abitudini di consumo e fruizione dei mezzi. Il già accennato modello “Phygital” di CheckBonus ha sempre lavorato sulla pedonalità anticipando i tempi, adesso – grazie al rilancio – possiamo definirci la prima vera app Omni-Channel/Omni-Experience”.
Ai brand e ai loro prodotti garantite visibilità durante tutta la customer experience e li aiutate a influenzare positivamente il comportamento decisionale dei loro possibili clienti: quanto contano le attività di engagement e qual è il ruolo della vostra app? E quale valore ha il premio finale?
“L’engagement e la shopping experience sono il cuore della nostra app, grazie alla nostra suite di marketing automation siamo in grado di acquisire, comprendere, coinvolgere e fidelizzare i clienti, fornendo al contempo esperienze di rewarding fluide e personalizzate. Il vero valore sta proprio nell’esperienza!
Quanto al ruolo del premio finale, per noi è fondamentale perché fa davvero la differenza, se è in grado di trasmettere i valori che ci si aspetta la redemption è alta. Se invece c’è una distonia perché si tratta di un tema che non c’entra molto con la campagna o non si è nel canale corretto probabilmente la redemption sarà disastrosa. Questo a volte succede perché più che pensare a cosa possa piacere agli utenti, la decisione del premio è frutto di un accordo fatto con qualche azienda.
I buoni acquisto, come gli Edenred Shopping, invece, vengono percepiti come positivi perché sono di fatto un aiuto alle famiglie.
Stando al nostro Osservatorio Shopper Marketing che abbiamo lanciato insieme al Retail Institute Italy sulla customer journey dopo la pandemia, per capire se un premio incontra il consumatore contano molto il comportamento e i driver di scelta. I comportamenti sono le abitudini che questi ha – fare colazione fuori, cenare a casa ecc… – mentre i driver di scelta possono essere suddivisi in 2 blocchi: quelli di tipo economico e quelli di carattere diverso, vale a dire la provenienza, la marca di fiducia e così via.
La leva economica risulta ancora molto importante tant’è che alla domanda su cosa guida gli acquisti, il 67,32% ci ha risposto il prezzo. Certo, conta molto anche la libertà di spesa: poter usufruire di qualcosa come e quando si vuole è un altro elemento cruciale oggi”.
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Da quello che dice, sembra che il periodo che abbiamo appena vissuto e in parte continuiamo a vivere, abbia visto una crescita nei confronti dei buoni acquisto, è così?
“Grazie al nostro Osservatorio, possiamo affermare con certezza che l’interesse verso buoni acquisto e gift card è cresciuto in modo sensibile, superando le collection e i concorsi tradizionali.
Abbiamo infatti chiesto a chi ha preso parte al sondaggio “Partecipando a delle operazioni a premi cosa ti piacerebbe vincere?” e al primo posto sono risultati i buoni spesa con il 66,24% delle preferenze, al secondo le gift card con il 55,32%. Meno di appeal sono invece i buoni sconto, che comunque rimangono al terzo posto, sebbene distanziati dal secondo (27,61%), e la fornitura di prodotti alimentari o di altro genere di un determinato brand così come l’elettronica di consumo, rispettivamente al quarto e quinto posto, con il 21,1% e il 20,43% delle preferenze”.
Quanto conta per voi la partnership con Edenred e come i buoni acquisto vi aiutano ad aumentare il vostro business e a soddisfare le esigenze della vostra clientela?
“Edenred è sicuramente un partner strategico per il rilancio della nostra app. Oggi più che mai è fondamentale essere vicini ai nostri clienti, alle loro esigenze e sostenerli nelle spese quotidiane in un momento difficile come questo. Edenred è stata sicuramente tra le aziende che hanno innovato in tal senso e che, oltre alla parte di ristorazione e a quella legata agli acquisti, lavora molto in ambito welfare. E questo la rende un partner ideale”.
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