Il 2019 ha rappresentato un anno decisivo per la crescita e lo sviluppo del welfare aziendale in Italia, sempre più apprezzato dalle parti sociali coinvolte e implementato tramite il ricorso ai flexible benefit da un numero sempre crescente di aziende.
Novità sul welfare aziendale per aziende e dipendenti nel 2022
L’attuale crisi economica causata dall’emergenza sanitaria del Covid-19 che forse solo adesso sta concedendo una tregua ha portato alla luce nuove tematiche legate a questo strumento e al supporto dei lavoratori e delle loro famiglie insieme alla nascita di nuove sfide per l’azienda.
Le imprese, durante i vari lockdown, hanno dovuto rispondere tempestivamente ad una riorganizzazione o chiusura dell’attività lavorativa, a un decremento del fatturato e della produttività e all’introduzione di misure distanziamento e dispositivi di sicurezza per permettere la riapertura. Mentre dall’altra parte il dipendente ha subito una riduzione del reddito e del potere d’acquisto e è incorso nella nascita di nuovi bisogni sulle modalità di lavoro e mobilità. A peggiorare la situazione c’è stata poi l’avvio nel febbraio 2022 della guerra tra Russia e Ucraina che ha avuto non poche ricadute sul sistema economico.
Si sta assistendo dunque a un cambiamento profondo del lavoro, dei processi aziendali, delle relazioni industriali e dei contenuti delle professioni che si riflettono sul benessere lavorativo. E, come sappiamo, a partire dal 2021 si è iniziato a parlare di Great Resignation, fenomeno che ha colpito molto di più gli Stati Uniti, ma di cui stiamo vedendo gli strascichi anche in Italia.
Ecco perché in una situazione simile, contrassegnata da grande incertezza, avere un piano ben strutturato di welfare aziendale può aiutare sia le aziende che in particolare i dipendenti.
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Cosa può fare il welfare aziendale dopo il Covid-19
Le politiche di welfare aziendale possono giocare un ruolo importante per diversi motivi come:
- aiutare l’azienda a diminuire i costi economici del lavoratore;
- sostenere il reddito del dipendente e aumentare il suo potere d’acquisto con beni e servizi utili alla vita quotidiana;
- incentivare le politiche di benessere lavorativo e sociale attraverso l’introduzione di misure dedicate ai figli, alla mobilità e all’assistenza sanitaria.
A una prima osservazione delle azioni intraprese dalle aziende, si vede come, laddove c’erano risorse disponibili a garantire un intervento, siano state effettuate erogazioni welfare a sostegno dei loro dipendenti. Così come sono stati riformulati piani welfare esistenti – in termini di importi, platee di beneficiari e servizi – per andare incontro alle nuove esigenze dei dipendenti e delle loro famiglie.
Alla luce della componente integrativa e sociale del welfare aziendale, le possibili evoluzioni e le misure da introdurre però possono essere infinite e spaziare dallo smart working, nuovi servizi o modalità di fruizioni fino alla mobilità, proponendo un piano welfare ampio e personalizzabile, adatto a trovare le migliori soluzioni per coprire tutte le nuove esigenze dei dipendenti.
Questi ultimi anni, contrassegnati dalla pandemia, hanno infatti dimostrato che avere un buon piano di welfare aziendale aiuta a creare valore nell’offrire un supporto concreto alle persone, alleggerendo la spesa pubblica e dando nuova spinta ai consumi.
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