Un’azienda attenta alla salute può arrivare a salvare la vita dei suoi dipendenti puntando sulla prevenzione. È il caso di Permasteelisa, multinazionale delle costruzioni con sede a Vittorio Veneto e attiva in 30 Paesi, tra i leader mondiali nei rivestimenti architettonici in vetro e in acciaio per grandi edifici.
Nel 2009 ha avviato un progetto di welfare aziendale di prevenzione cardiologica e oncologica che ha migliorato lo stile di vita dei dipendenti ed è riuscito a diagnosticare la malattia di alcuni di loro.
Il programma, chiamato “Prevenire è Vita”, è stato portato avanti assieme alla Cosimelli&Co, società creata da Maurizio Cosimelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.
Una società che è nata proprio per diffondere la cultura della prevenzione medica in azienda, in particolare relativamente alle patologie del cuore e ai tumori. Nei primi otto anni 781 dipendenti sui circa 900 della sede italiana di Permasteelisa si sono sottoposti a 1.924 visite di prevenzione cardiologica e oncologica.
Welfare aziendale e prevenzione: gli screening
Cosimelli&Co ha offerto percorsi di screening differenziati per sesso e per età, programmi differenziati per:
- chi ha meno di 40 anni,
- chi ha tra i 40 e i 60 anni,
- per chi ha oltre 60 anni
I check up, che si tengono nel Centro di Medicina di Treviso, durano 4 ore per dipendente e sono sue due turni, uno la mattina e uno al pomeriggio, sempre in orario di lavoro.
Si inizia con un’intervista medica e poi ci si sottopone a diverse visite specialistiche e indagini diagnostiche. Seguono la consegna dei risultati e una scheda individuale. Per Permasteelisa, che offre tutti questi servizi gratuitamente, il costo e nell’ordine dei 200-250mila euro all’anno.
I risultati sono più che significativi. Sono state diagnosticate neoplasie maligne, benigne, e circa 2mila patologie di altro genere. Soprattutto, tra i dipendenti di Permasteelisa si è diffusa l’abitudine a uno stile di vita migliore.
Gli effetti della prevenzione sul benessere dei dipendenti
Grazie a questo programma di welfare aziendale, si è ridotto del 50% il numero di dipendenti che consuma troppo alcol, quelli in sovrappeso o con un’alimentazione ipercalorica sono diminuiti del 40%, la quota di fumatori, invece, è salita di un terzo.
Le persone che non presentano nessuno dei tre principali fattori di rischio (fumo, alcol, alimentazione sbagliata) sono passate da 27 a 70, un aumento del 159%.
Ricordiamo che queste iniziative rientrano nell’ambito fiscale dell’articolo 100 del TUIR che identifica gli oneri di utilità sociale come spese per opere o servizi che possono utilizzare tutti i dipendenti o categorie di essi e che sono “volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale o sanitaria.
Sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi”.