Welfare aziendale
15 Mar 2022
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Il welfare aziendale nella Pubblica Amministrazione: a che punto siamo?

Sono ancora molte le incognite sul welfare in ambito PA: in questo articolo ti forniamo alcuni elementi utili ai dipendenti pubblici per aiutare a comprendere meglio il fenomeno e saperne di più.
Autore
Jenny Giuliani
welfare dipendenti pubblici

“Eppur si muove”. Parafrasando il noto concetto attribuito a Galileo Galilei lo stato del welfare aziendale nella Pubblica Amministrazione si sta muovendo, anche se a macchia di leopardo e con alcune difficoltà oggettive.
Punto di partenza per una panoramica in questo senso è una duplice constatazione: differenza di trattamento economico dei dipendenti pubblici rispetto ai dipendenti privati e prevalenza, ad oggi, della flessibilità organizzativa nel modello di welfare nella PA.

Il welfare integrativo, in questa fase, è soprattutto ad appannaggio dei dipendenti privati, per ragioni normative, ma anche di costo.  Tant’è che nel settore pubblico si è sviluppato soprattutto sul versante del cosiddetto welfare organizzativo, ossia in termini di flessibilità oraria, misure di conciliazione vita – lavoro e programmi di smart working. Misure che non impattano dal punto di vista del costo del lavoro, tema molto sensibile sul versante statale. 

Vediamo di capirne di più sul welfare aziendale per i dipendenti pubblici partendo dalla differenza retributiva, proseguendo con gli accordi sindacali e quanto prevede la normativa. E infine suggerendo alcune soluzioni Edenred in ambito welfare e buoni pasto. 

La differenza retributiva tra pubblico impiego e settore privato

Tra gli ostacoli principali ad una piena diffusione del welfare aziendale nella pubblica amministrazione c’è il differente trattamento retributivo del pubblico rispetto al privato.

Nel pubblico impiego vige il principio cosiddetto dell’onnicomprensività, ossia è vietato per i dipendenti della PA percepire ulteriori compensi rispetto a quanto stabilito per lo svolgimento della loro attività lavorativa, tranne alcune eccezioni.

 
 

Ciò nonostante, è possibile sviluppare una forma di welfare aziendale nel pubblico impiego, così come sta già avvenendo da diversi anni.

Gli accordi sindacali e il welfare aziendale

L’ambito di maggiore introduzione del welfare aziendale nel settore pubblico è tipicamente quello degli accordi sindacali.

In questa dimensione delle relazioni industriali sta crescendo un modello di welfare integrativo molto simile al welfare aziendale del settore privato.

Tramite accordi si sono introdotte prestazioni di welfare quali:

  • concessioni di sussidi;
  • borse di studio;
  • contributi per attività culturali, ricreative, con finalità sociali;
  • agevolazioni per prestiti e mutui edilizi;
  • polizze sanitarie integrative:
  • stipula di convenzioni per asili nido, scuole per l’infanzia, servizi di supporto alla famiglia e così via.

Il quadro di riferimento presenta, ancora, un’evidente disparità e disomogeneità di diffusione delle misure di welfare integrativo tra le diverse e molteplici ramificazioni della Pubblica Amministrazione.

Eppure prevale la convinzione, indicata in numerosi documenti ufficiali, di quanto sia necessario e utile per la Pubblica Amministrazione promuovere e diffondere prestazioni e misure di welfare aziendale ispirate ai principi più generali del benessere organizzativo.

 
 

Un tema, questo, di grande impatto rispetto alla valorizzazione dei dipendenti pubblici anche in funzione di un recupero di efficienza organizzativa e di valutazione della performance oltre che di maggior benessere lavorativo.

In questa direzione si sta lavorando per giungere a una equiparazione ed estensione, per quanto possibile, delle norme di incentivo al welfare aziendale specifiche del settore privato, anche all’ambito del pubblico impiego. 

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Welfare e dipendenti pubblici: cosa dice la normativa

Due tappe importanti per il welfare aziendale destinato ai dipendenti pubblici sono la svolta che c’è stata nel 2018 grazie alla legge finanziaria di quell’anno e ciò che è stato definito con la Legge di Bilancio del 2021.

Vediamo in cosa consistono e come hanno cambiato il modo di concepire il welfare nella PA.

La svolta del 2018

La legge finanziaria del 2018 ha indicato una novità importante estendendo la possibilità di introdurre alcune forme di welfare aziendale anche per i dipendenti pubblici.
L’opportunità è stata colta dai sindacati che nel rinnovo del contratto nazionale di lavoro delle funzioni locali dello stesso anno hanno esplicitamente richiamato la possibilità per le amministrazioni pubbliche di “attivare una serie di iniziative di welfare integrativo in favore del personale dipendente”.
Si stanno aprendo opportunità anche sul piano formale per la sviluppo del welfare aziendale nelle molte Pubbliche Amministrazioni anche se le misure di contenimento della spesa in quest’ambito rappresentano ancora un freno. 

La legge di Bilancio 2021

Un ulteriore slancio è stato dato dalla Legge di Bilancio del 2021 a seguito del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e delle coesione sociale” sottoscritto tra i sindacati e il Presidente del Consiglio, Mario Draghi e il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta per conto del Governo.

Nel patto si fa riferimento a un imponente investimento nel capitale umano al fine di attenuare “le storiche disparità del Paese, per ridurre il dualismo fra settore pubblico e privato”.
E nel solco di tali propositi, sindacati e Governo sono concordi nel sottolineare l’esigenza di sviluppare forme di welfare contrattuale nel pubblico impiego con particolare attenzione al sostegno alla genitorialità, espandendo anche a questo settore le agevolazioni previste nel privato, alla previdenza complementare e a sistemi di premialità unitamente ad un rinnovato incentivo allo smart working

Le soluzioni Edenred: welfare e buoni pasto

Oggi cresce la consapevolezza che anche i dipendenti pubblici abbiano diritto e necessità di piani di welfare aziendale basati sui flexible benefit.

Nel settore pubblico sono oltre 3 milioni i lavoratori e il sostegno a forme di integrazione salariale anche in termini di welfare aziendale, così come sperimentato con successo nel privato, rappresenta un terreno di svolta per l’innovazione dell’organizzazione del lavoro anche in questo ambito. 

Edenred offre soluzioni per il welfare aziendale capaci di rispondere efficacemente alle esigenze di tutte le tipologie di realtà. Permette un accesso semplice a benefit e servizi utili alla vita di ogni giorno, garantendo un sostegno concreto al benessere di dipendenti e collaboratori e delle loro famiglie.

La rete conta oltre 10.000 strutture per i servizi dei voucher welfare dedicati alla salute, formazione, cura dei famigliari, sport, tempo libero e molto altro ancora.

Ma prevede anche i buoni acquisto, ​semplici da utilizzare per la spesa al supermercato, ​lo shopping e il carburante, ​spendibili presso 27.000 partner convenzionati. Si può spaziare dagli alimentari alle calzature, dai prodotti di bellezza alla benzina, dall’arredamento agli articoli sportivi, dai libri all’abbigliamento, agli accessori, all’ottica, ai giocattoli.

Un supporto molto importante nella gestione della quotidianità dei lavoratori che arriva anche dai buoni pasto Ticket Restaurant®, in grado di rivoluzionare la pausa pranzo di tutti i dipendenti, ma sfruttabili anche oltre l’orario lavorativo.
I buoni pasto di Edenred, infatti, sono utilizzabili presso 150.000 locali in tutta Italia: bar, ristoranti e anche per la spesa al supermercato.

Il welfare di Edenred mette a disposizione una consulenza altamente qualificata e su misura ed è la risposta concreta alla costruzione di piani di welfare tarati sulle diverse esigenze, potendo contare sull’introduzione di strumenti altamente innovativi e 100% digitali: piattaforme welfare dedicate a collaboratori e aziende, semplici e intuitive, facili da navigare, per permettere al dipendente di usufruire con un accesso unico e senza difficoltà di tutti i benefit previsti. 

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