Mai come in estate c’è voglia di vacanza, soprattutto dopo una stagione invernale caratterizzata da una crisi che ha condotto la generalità dei lavoratori a ridurre i consumi per far fronte ai rincari dell’energia e all’inflazione dei prezzi. E se luglio e agosto sono i mesi che tradizionalmente manager, dipendenti e collaboratori dedicano al relax, come funziona con i buoni pasto durante le ferie?
Si ha diritto a riceverli o no? E se si sono accumulati diversi buoni pasto, si possono utilizzare anche quando non si lavora o di fatto non è così?
Cerchiamo di scoprire di più in merito all’utilizzo dei buoni pasto in vacanza, in mododa consentire ai datori di lavoro di indirizzare al meglio dipendenti e collaboratori sulle opportunità che offre questo importante benefit.
I buoni pasto, cartacei o elettronici, come sappiamo, sono infatti un sostegno concreto per aziende, ditte individuali, liberi professionisti e per le persone che lavorano per queste realtà per favorire un’alimentazione sana ed equilibrata anche mentre si lavora. E allo stesso tempo sono, da parte delle aziende che li erogano, un ulteriore modo per prendersi “cura” dei propri collaboratori.
Vengono infatti incontro alle esigenze di chi non ha molto tempo di pensare al pranzo, ma non per questo deve saltare la pausa che è fondamentale per il proprio work-life balance e per tornare ai propri impegni dopo avere staccato la spina.
Possono poi essere utilizzati per fare la spesa nei supermercati così come in altri esercizi convenzionati: bar, food truck, negozi di alimentari e online per ordinare con il food delivery o gli e-commerce di prodotti alimentari.
Hanno dunque la funzione di sostituire la mensa e sono spesso più convenienti dell’indennità in busta paga per quel che riguarda la tassazione.
Buoni pasto durante le ferie: perché i dipendenti non ne hanno diritto
Come anticipato, i buoni pasto costituiscono un benefit attraverso cui il datore di lavoro può erogare a dipendenti e collaboratori una prestazione di vitto e di cui egli può avvalersi qualora non riesca a garantire un pasto attraverso un servizio di mensa aziendale.
È importante sottolineare che i buoni pasto, proprio come il servizio di mensa che vanno a sostituire, costituiscono un benefit che riguarda le giornate lavorative del beneficiario. In particolare, condizione per godere del regime di parziale esenzione di cui al menzionato art. 51, comma 2, lett. c), TUIR è che l’attribuzione dei buoni pasto avvenga nelle giornate lavorative del percettore; ne consegue che l’attribuzione nei periodi di ferie non potrebbe considerarsi fiscalmente agevolata.
La necessaria attribuzione dei buoni pasto per ogni giornata lavorata è confermata dal costante orientamento della prassi. Difatti, secondo l’Agenzia delle Entrate (Ris. n. 118/E/2006), la fondamentale ragione sottesa al regime fiscale di favore per i buoni pasto è ispirata dalla volontà del legislatore di esentare solo specifiche erogazioni effettuate dal datore di lavoro, ossia le erogazioni finalizzate a provvedere alle esigenze alimentari del personale che durante l’orario di lavoro deve consumare il pasto.
Detto questo, proprio perché i buoni pasto sono strettamente funzionali a erogare ai lavoratori una prestazione di vitto per ogni giornata lavorativa, il diritto all’attribuzione di questo benefit, esente ai sensi dell’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR, non sussiste nelle giornate in cui il lavoratore è assente, come nel caso delle ferie.
I buoni pasto attribuiti per giornate di assenza del percettore concorrono, quindi, interamente alla formazione del suo reddito.
Come usare i buoni pasto durante le ferie
La situazione è invece diversa per quel che riguarda l’utilizzo e la spendibilità: i vantaggi dei buoni pasto infatti restano invariati.
In relazione ai buoni pasto, occorre, infatti, distinguere i concetti di “percezione” e di “utilizzo”.
I buoni pasto, come stabilito dall’art. 2, D.M. n. 122 del 2017, costituiscono dei documenti di legittimazione che attribuiscono, al titolare, ai sensi dell’art. 2002 c.c., il diritto ad ottenere il benefit dallo stesso rappresentato, ossia una prestazione di vitto.
Proprio con riferimento ai benefit erogati mediante documenti di legittimazione, la prassi è unanime nel ritenere che un simile benefit debba considerarsi “percepito”, ossia erogato al beneficiario, nel momento il documento di legittimazione viene attribuito al lavoratore ed entra nella sua disponibilità, a prescindere che il servizio venga fruito in un momento successivo.
Pertanto, la prestazione di vitto rappresentata dal buono pasto deve intenderci percepita dal lavoratore nel momento in cui viene attribuito dal datore di lavoro il buono medesimo; questo momento deve coincidere con una giornata lavorativa affinché il percettore del buono pasto possa godere del regime di parziale esenzione previsto dall’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR. Resta, invece, indifferente, ai fini dell’applicazione del regime fiscale di favore, il momento in cui il lavoratore decide di utilizzare il buono pasto e di fruire della prestazione di vitto. Il buono pasto può, infatti, essere utilizzato dal suo titolare anche al di fuori dell’orario di lavoro, come durante i festivi, e nelle giornate di assenza, come le ferie.
Se, per esempio, il collaboratore si trova in vacanza, che sia al mare, in montagna o in una città d’arte, può utilizzare i ticket negli esercizi convenzionati di tutta Italia e fare un pranzo veloce al bar, fare la spesa per cucinare a casa o per una cena.
Con l’app Ticket Restaurant®, poi, grazie alla geolocalizzazione può inserire l’indirizzo di dove si trova in quel momento e cercare la trattoria o ristorante più vicino. Peraltro, l’app è integrata con Tripadvisor: in questo modo prima di decidere dove utilizzare il buono pasto, il beneficiario potrà leggere le recensioni di chi ha provato il ristorante prima, scoprire come si mangia e altri dettagli che lo possano aiutare nella sua scelta.
Ma non finisce qui: grazie all’integrazione con The Fork può prenotare il tavolo direttamente dall’app e dire così addio alle telefonate, alle attese e al riprovare se è occupato, per una vacanza che sia all’insegna del relax più totale.
L’utilizzatore può anche decidere di farsi consegnare tutto a casa utilizzando i buoni pasto online e sfruttando tutte le potenzialità del food delivery. L’ideale dopo una giornata fuori o quando arrivano i temporali estivi.
Che siano cartacei, elettronici o digitali, il dipendente può utilizzare i buoni pasto con la massima libertà anche in vacanza.
Ricordando, infine, che come previsto dall’articolo 4 in particolare dal decreto ministeriale n.122 del 7 giugno 2017, il dipendente o collaboratore ha la possibilità di cumulare, e quindi utilizzare, fino a 8 buoni pasto al giorno.
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