Welfare aziendale
31 Gen 2023
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Fondo #Conciliamo: come supportare i progetti welfare di conciliazione famiglia-lavoro

Bando #Conciliamo: per le aziende ammesse in graduatoria previsti 74 milioni di euro per progetti di welfare aziendale che migliorano la qualità della vita dei genitori-lavoratori
Autore
Redazione
fondo conciliamo

A oltre due anni dalla sua pubblicazione e dopo una lunga sospensione, il 7 settembre 2021 pubblicata la graduatoria di #Conciliamo, il bando promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che mira a sostenere politiche di welfare aziendale e wellbeing attraverso un finanziamento a fondo perduto di 74.000.000 di euro.

L’iniziativa, per la quale hanno potuto presentare domanda di contributo in forma singola o associata (ATS), imprese e cooperative di qualsiasi dimensione, ha l’obiettivo di stimolare:

  • crescita della natalità;
  • riequilibrio dei carichi di cura tra uomini e donne;
  • incremento dell’occupazione femminile;
  • contrasto dell’abbandono degli anziani;
  • supporto della famiglia in presenza di componenti disabili;
  • tutela della salute.

#Conciliamo: lo scenario oggi e le azioni necessarie

Al finanziamento sono state ammesse 761 aziende, i cui progetti per essere validi prevedono la prosecuzione e/o lo sviluppo di azioni già intraprese e/o l’introduzione di nuove azioni (a scopo sociale).

Eccone alcune:

Altri progetti previsti sono poi: banca del tempo, finanziamento part-time per situazioni meritevoli di tutela, assunzioni a termine, permessi e congedi aggiuntivi, asilo nido aziendale, iniziative formative per assenze di lungo periodo.

Dopo la pubblicazione della graduatoria, le aziende ammesse al finanziamento hanno dovuto inviare al Ministero la documentazione richiesta dall’art. 12 del bando. La trasmissione della documentazione ha costituito un onere propedeutico alla stipula della Convenzione tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e il soggetto finanziabile.

Difatti, il Dipartimento ha avuto 30 giorni dal ricevimento della documentazione per inviare all’azienda una convenzione che disciplina i rapporti reciproci in relazione alla realizzazione del progetto e all’erogazione del contributo nonché alla rendicontazione del progetto.

Dopo la firma della convenzione, l’azienda ammessa al finanziamento ha avuto 30 giorni di tempo per avviare le attività progettuali, nel rispetto delle tempistiche indicate nella medesima convenzione, dandone comunicazione al Dipartimento.

Lo sforamento dei termini previsti per la conclusione del progetto (comunque non superiore a 24 mesi, come previsto dal bando) comporta la revoca del contributo e lo scorrimento della graduatoria.

Il 21 febbraio 2022, il Dipartimento per le politiche della famiglia ha informato i soggetti ammessi al finanziamento di trasmettere via PEC specifiche informazioni, attraverso Moduli resi disponibili dallo stesso Dipartimento, e finalizzate a comunicare la data di avvio e conclusione dei lavori, nonché a richiedere l’erogazione della prima tranche, pari al 30% dei finanziamenti concessi.

Inoltre, il 12 gennaio 2023, ai fini della richiesta dell’erogazione di un’ulteriore quota del finanziamento, fino al 40% di quello concesso, il Dipartimento ha reso disponibile il modulo per l’inoltro della richiesta. Questo dovrà essere trasmesso dai vincitori insieme: 

  • alla rendicontazione attestante lo stato della realizzazione del progetto e la spesa sostenuta relativa al periodo considerato (da redigere compilando il Modulo 4 approntato dal Dipartimento medesimo);
  • (ii) alla documentazione delle spese effettivamente sostenute riconducibili al piano finanziario presentato in sede progettuale;
  • (iii) alla dichiarazione di regolarità e congruità delle spese effettivamente sostenute (da redigere compilando il Modulo 5 approntato dal Dipartimento medesimo)
  • (iv) alla descrizione dettagliata sullo stato di avanzamento delle attività del periodo considerato in relazione alla prima quota di risorse finanziarie erogata, nonché una relazione relativa all’attività programmata fino alla conclusione della realizzazione del progetto.

È possibile modificare il progetto welfare?

L’azienda può modificare il progetto liberamente, senza alterare le finalità e l’impostazione del progetto originario, se non comportano uno scostamento superiore del 20% tra le macrovoci di spesa in esso contenute originariamente. 

Ogni modifica al progetto originale, che comporti il superamento della percentuale di scostamento sopra indicata, deve essere sottoposta al Dipartimento, che ha 30 giorni di tempo per dare l’approvazione. 

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  • attività di consulenza e di formazione;
  • piani welfare a carattere sociale (es. per i neo-genitori), Ticket Restaurant®, Piani di spostamento casa-lavoro, piani di comunicazione 
  • attività di monitoraggio e rendicontazione, Total Reward Statement
  • costi collegati alla gestione del piano welfare (fee di gestione dei portali, co-finanziamento del costo delle risorse interne alle aziende dedicate al piano welfare)

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