Anche per il 2022 così come per il 2020 e 2021, è stato raddoppiato il limite per la detassazione dei fringe benefit riconosciuti ai lavoratori dipendenti.
Con il Decreto Aiuti-bis, nell’agosto del 2022, si è passati ad aumentare la soglia dei fringe benefit da 258,23 euro a 600 euro per poi arrivare con il Decreto Aiuti quater, a 3000 euro per il 2022.
Certo, la novità di adesso, riguarda un periodo definito, in questo caso il 2022, ma il fatto che l’aumento della soglia di esenzione sia stato nuovamente previsto, può far ben sperare perché questa esenzione fiscale divenga prima o poi definitiva.
L’aumento della soglia mira dunque ad agevolare la concessione di buoni acquisto per venire incontro alle necessità dei dipendenti e delle loro famiglie e sostenere il loro reddito riducendo il cuneo fiscale.
Vediamo ancora più in dettaglio questa novità e come indice sul welfare aziendale.
Fringe benefit ed esenzione fiscale: come funziona
I fringe benefit rappresentano uno dei principali strumenti utilizzati dalle imprese a beneficio dei lavoratori.
Sono definiti “fringe” cioè accessori perché si tratta di compensi in natura che migliorano sensibilmente il tenore di vita dei dipendenti, aiutandoli a sostenere alcune spese o garantendo delle prestazioni che non potrebbero permettersi.
La normativa di riferimento che riguarda l’esenzione fiscale è contenuta nel comma 3 dell’articolo 51 del TUIR che precisa:
“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a 258,23 euro; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito”.
Il Decreto Aiuti bis prima e il Decreto Aiuti quater, pertanto, a livello normativo sono intervenuti proprio su questo punto innalzando la soglia prima a 600 euro e successivamente a 3000 euro per il 2022.
L’erogazione di beni, prestazioni, opere o servizi da parte del datore di lavoro può avvenire mediante buoni per il carburante o buoni per la spesa o altri tipi di benefit che l’azienda può destinare anche solo ad alcuni dei dipendenti.
Significa cioè che per questo tipo di benefit non c’è il vincolo di destinazione a categorie omogenee di dipendenti.
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Grazie alla modifica in questione, i datori di lavoro potranno dunque offrire a tutti o anche solo ad alcuni dei dipendenti beni o servizi del tutto fungibili a un’erogazione monetaria. E questo ottimizzando ancora di più l’impatto fiscale e contributivo del budget a disposizione.
In quest’ottica vanno i buoni acquisto.
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