I benefici del welfare aziendale non sono soltanto per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
L’Agenzia dell’Entrate nel gennaio 2019 ha infatti chiarito che anche i dipendenti con contratto di somministrazione a tempo determinato e gli stagisti possono godere dell’esenzione dal pagamento di tasse e contributi sulle prestazioni di welfare che ricevono.
Vediamo di capirne di più.
L’Agenzia delle Entrate su welfare per stagisti e tempo determinato
Il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate è arrivato in risposta a un imprenditore che stava predisponendo un piccolo piano di welfare aziendale per il suo ristorante.
Il caso è interessante. L’imprenditore ha 12 dipendenti più uno con contratto di somministrazione e uno stagista. Aveva preparato un piano di welfare in cui offriva al direttore di sala e all’amministratore dell’azienda l’assistenza domiciliare ai familiari anziani e la frequenza a un corso di lingue per i figli.
Ai cinque addetti alla sala assunti a tempo determinato, a quello in somministrazione e allo stagista, anch’essi addetti alla sala, offriva invece un servizio di check-up cardiaco gratuito. Ai cinque addetti alla cucina e all’addetto alla cassa invece non offriva nulla.
Prima di procedere, l’imprenditore ha posto all’Agenzia delle Entrate tre chiarimenti circa:
- la possibilità di includere lo stagista e il lavoratore in somministrazione nel piano di welfare;
- la possibilità di proporre i servizi previsti al direttore di sala e all’amministratore unico;
- la possibilità di beneficiare della deducibilità delle spese di welfare per stage e tempo determinato dal reddito di impresa.
Il chiarimento riguardo allo stagista e al lavoratore a tempo determinato è quello più rilevante dal punto di vista legislativo. L’Agenzia delle Entrate ha risposto che è corretto proporre una misura di welfare aziendale come il check-up cardiaco agli addetti alla sala, che rappresentano una categoria di dipendenti omogenea.
Ancora più rilevante è il chiarimento sui vantaggi fiscali del welfare aziendale.
L’Agenzia delle Entrate ha infatti dato il via libera alla totale defiscalizzazione e decontribuzione dei servizi di welfare destinati all’addetto alla sala in stage e al dipendente a tempo determinato.
Ne consegue la conferma generale della deducibilità delle spese di welfare destinate agli stage e ai contratti a tempo determinato.
Questo in accordo a quanto riportato dal TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che esplicita come sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente:
le somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di studio o di addestramento professionale, se il beneficiario non è legato da rapporti di lavoro dipendente nei confronti del soggetto erogante
Welfare e categorie di dipendenti
Il principio si applica quindi anche a tutti gli altri casi di aziende che prevedono piani di welfare destinati a una categoria precisa di dipendenti: tutti i dipendenti che fanno parte di quella categoria, anche se con contratti diversi da quello tradizionale, hanno diritto a goderne.
Un’ottima notizia per gli stagisti italiani, in crescita secondo il rapporto sui tirocini extracurriculari, ovvero gli stage, pubblicato nel 2019 dall’Anpal, l’Agenzia nazionale delle Politiche attive e del Lavoro. Secondo il rapporto, nel quadriennio esaminato, ossia dal 2014 al 2107, sono stati attivati 1 milione e 263 mila stage per 1 milione e 57 mila di persone e quasi 402 mila aziende coinvolte.
Come gestire il welfare aziendale al meglio?
Da sapere: la decisione di allargare i servizi di welfare agli stagisti resta non obbligatoria per le aziende.