Dal 2016 il welfare aziendale ha fatto il suo ingresso nei contratti collettivi nazionali. E questo dimostra quanto sia cresciuta, tra le associazioni di imprese e le organizzazioni sindacali, la consapevolezza dei miglioramenti che piani di sostegno innovativi possono portare alle relazioni tra l’azienda e i dipendenti.
I primi a firmare un contratto nazionale che prevede iniziative di welfare sono stati i metalmeccanici, con l’accordo del novembre del 2016.
Poi, a giugno 2017, sono arrivati i CCNL per orafi-argentieri-gioiellieri. A seguire, è toccato al settore telecomunicazioni che nel 2018 ha firmato l’accordo di programma per la proroga del contratto.
Prima di vedere nel dettaglio i vari CCNL e il welfare aziendale, è bene dire che nella maggior parte dei casi le aziende scelgono di offrire i benefit ai propri dipendenti tramite buoni acquisto.
Questo perché sono facilmente erogabili e altrettanto facilmente spendibili, permettono infatti una maggiore flessibilità e richiedono una minore complessità organizzativa.
Vediamo ora nel dettaglio il welfare aziendale e i vari CCNL con gli ultimi aggiornamenti.
Il welfare aziendale nel contratto dei metalmeccanici
Il contratto dei metalmeccanici riguarda 1,6 milioni di lavoratori. Al welfare è stato dedicato l’articolo 17 – Sezione Quarta – Titolo Quarto, poi integrato con l’accordo del 27 febbraio 2017. L’accordo prevede che le aziende mettano a disposizione dei dipendenti strumenti di welfare aziendale per una cifra annua di 100 euro dal 1° giugno 2017, 150 euro dal 1° giugno 2018 e 200 euro dal 1° giugno 2019.
Ma numerose novità sono state introdotte con il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici che è stato sottoscritto da Federmeccanica, Assistal con Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil e che saranno applicate per 3 anni, dal 2021 al 30 giugno 2024.
Di che novità si tratta? Secondo l’accordo, i metalmeccanici avranno 200 euro all’anno di flexible benefit da utilizzare per beni e servizi. Nel mese di giugno di ogni anno, fino alla conclusione dell’accordo, ossia fino al 2024, le aziende dovranno mettere dunque a disposizione dei lavoratori questi strumenti di welfare. Gli stessi lavoratori avranno poi tempo per usufruirne fino al maggio dell’anno successivo rispetto a quando sono stati previsti i flexible benefit.
Ad avvantaggiarsi delle novità del CCNL sono i dipendenti con un contratto a tempo indeterminato – incluso l’apprendistato – e con un tempo determinato, purché ci siano almeno 3 mesi di anzianità, anche non di seguito, nel corso di ciascun anno per cui sono previsti i flexible benefit.
Per quel che riguarda i flexible benefit che le aziende metalmeccaniche possono offrire ai dipendenti all’interno di un “canestro” da cui scegliere ciò che fa al caso loro.
Ecco quali sono:
- buoni acquisto (erogati dall’azienda stessa o mediante convenzioni con altre organizzazioni);
- buoni carburante;
- beni ricreativi (per esempio, abbonamenti a magazine o pay tv);
- borse di studio;
- vacanze studio per ragazzi;
- corsi di formazione;
- attività culturali;
- attività sportive;
- visite specialistiche e controlli sanitari;
- servizi assistenziali a figli, anziani o disabili.
L’elenco non è vincolante per le aziende, che possono offrire anche forme di welfare non espressamente indicate nell’accordo e che vengono erogati solitamente tramite una piattaforma di welfare aziendale.
Tra le possibilità c’è anche quella di destinare il plafond di welfare a un fondo di previdenza integrativa (in questo caso, Cometa) o a fondi sanitari (in questo caso, Metasalute), seguendo le norme previste dai fondi stessi.
Le novità del CCNL metalmeccanici non riguardano solo la quota di flexible benefit, ma anche la pensione integrativa aumentata dal 2 al 2,2%, il riconoscimento dei congedi parentali retribuiti per 3 giorni annui per malattia dei figli con età non superiore ai 3 anni e la parità di trattamento tra chi lavora in modalità agile e chi in presenza.
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Accordo Unionmeccanica-Confapi: 200 euro per i flexible benefit
L’accordo CCNL Unionmeccanica-Confapi per il triennio 2021-2024 prevede importanti provvedimenti su aumenti salariali, welfare e sanità integrativa per i lavoratori e le lavoratrici addetti alla piccola e media industria metalmeccanica privata, orafa e installazione impianti.
Lato welfare aziendale, la quota prevista per i flexible benefit ammonta a 200 euro. Fino al 31 dicembre 2024, i dipendenti avranno la possibilità di usufruire dei servizi di welfare messi a disposizione dall’azienda da febbraio di ogni anno.
Il contratto prevede anche l‘aumento per la previdenza integrativa del contributo aziendale da gennaio 2022, dal 1,6% al 2%. Inoltre, per gli under 35 è previsto un versamento aggiuntivo di 120 euro a carico dell’azienda.
Quanto ai congedi parentali retribuiti, da contratto sono previsti 3 giorni annui per malattia dei figli con età non superiore ai tre anni.
Il welfare aziendale nel contratto degli orafi-argentieri-gioiellieri
Anche nel rinnovo del contratto che riguarda gli oltre 30mila addetti del settore dell’oro, dell’argento e dei gioielli il welfare ha un ruolo centrale. L’intesa introduce flexible benefit per 100 euro annui da gennaio 2018: 150 euro da giugno 2019 e 200 euro da giugno 2020.
Benefici che i dipendenti possono sfruttare in varie forme, ad esempio:
- buoni acquisto;
- servizi di assistenza;
- rimborso di rette;
- spese scolastiche.
Il contratto degli orafi-argentieri-gioiellieri prevede anche altre misure di welfare.
Lato previdenza complementare il contributo dell’azienda al fondo Cometa sale dall’1,2% all’1,6% della retribuzione. Sul lato della sanità integrativa si allarga l’accesso al fondo Metasalute anche ai familiari dei dipendenti.
Infine sono previste diverse soluzioni per il work-life balance, come la possibilità di frazionare i congedi parentali.
Il welfare aziendale nel contratto delle telecomunicazioni
Il contratto del settore telecomunicazioni deve essere ancora rinnovato, ma il 23 novembre del 2017 l’associazione industriale Asstel e i sindacati hanno definito l’ipotesi di accordo per il 2015-2018, che impegna le aziende a mettere a disposizione dei dipendenti, dal 1° luglio 2018, 120 euro in strumenti di welfare.
Anche in questo caso si tratta di benefit flessibili, da concordare tra aziende e sindacati. I dipendenti possono anche scegliere di destinare l’intera somma, o una sua parte, al fondo di previdenza complementare di settore, Telemaco.
Cosa può fare un piano welfare strutturato per il benessere dei tuoi dipendenti e per l’azienda?