Buoni acquisto e benzina
22 Gen 2024
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I vantaggi fiscali dei buoni acquisto: perché sono convenienti

I buoni acquisto godono di diverse agevolazioni fiscali nei loro diversi utilizzi: come benefit aziendali, premi e omaggi sono soluzioni convenienti, oltre che versatili e attrattive. Scopriamo di più.
Autore
Cristina Maccarrone
vantaggi fiscali buoni acquisto

I buoni acquisto offrono numerosi vantaggi per i dipendenti e le aziende. Grazie alla loro versatilità sono benefit efficaci per i lavoratori, così come premi per la forza vendita, omaggi per i clienti e molto altro. 

Tra i vantaggi ci sono anche quelli fiscali: i buoni acquisto per i dipendenti, e non solo, sono anche una soluzione molto conveniente dal punto di vista fiscale.

Un benefit esentasse ma fino a certi limiti

I buoni acquisto sono una soluzione particolarmente gradita ai dipendenti perché si possono utilizzare praticamente ovunque: per fare la spesa, per fare shopping negli store fisici ma anche online.
Rispondono, infatti, ai bisogni reali delle persone: spesa, supermercato, abbigliamento, accessori, articoli sportivi, beni per la casa e la cura della persona, viaggi e carburante, in una rete di spendibilità che rispecchia i dati dei consumi degli italiani.
Tutti questi aspetti vanno nella direzione della convenienza dei buoni acquisto e dei vantaggi economici che offrono, primo fra tutti quello che riguarda l’aspetto fiscale.

Come fringe benefit, infatti, i buoni regalo non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente per il lavoratore entro una soglia stabilita dal Legislatore fiscale: 258,23 euro come previsto dal TUIR.

Per il 2024, la Legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (conosciuta come Legge di Bilancio 2024) ha previsto l’innalzamento della soglia esentasse relativa ai fringe benefit: fino a 2000 euro per chi ha figli a carico (compresi quelli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti, i figli adottivi e affidati secondo le condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR), mentre per i dipendenti che non hanno figli il tetto sarà di 1000 euro.

Quanto ai datori di lavoro (imprenditori individuali o collettivi e lavoratori autonomi), il valore dei buoni acquisto rientra come costo del lavoro e potrà essere dedotto integralmente dal reddito.

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I vantaggi fiscali per le aziende

Per quanto riguarda il trattamento fiscale dei buoni acquisto, lato datori di lavoro (imprenditori individuali o collettivi e lavoratori autonomi), la spesa sostenuta è integralmente deducibile.

I buoni regalo sono, infatti, considerati spese connesse al lavoro dipendente (sempre ai sensi dell’art. 95 del DPR n. 917/1986) e perciò completamente deducibili dal reddito del datore di lavoro.

Fatta tale premessa, questo  applicazione sia nel caso in cui l’azienda distribuisca al lavoratore i buoni spesa come benefit in esecuzione di un piano di welfare aziendale, sia nel caso di erogazione diretta, come liberalità (es. regalo aziendale di Natale).

 
 

Nel primo caso, i buoni acquisto possono, infatti, essere erogati non solo in virtù di un contratto collettivo di primo (CCNL) o secondo livello (contratto aziendale o territoriale) o regolamento aziendale, ma anche unilateralmente, cioè, per iniziativa volontaria del datore di lavoro, senza negoziazione o accordo con le rappresentanze dei lavoratori.

I buoni spesa sono convenienti dal punto di vista del trattamento fiscale anche quando vengono offerti agli agenti commerciali al raggiungimento degli obiettivi di vendita, così come ad aziende partner, sia che siano distributori che aziende clienti.

Il trattamento fiscale dei buoni acquisto è infatti vantaggioso, non solo quando questi sono erogati come fringe benefit ai dipendenti, ma anche quando sono erogati come premio o incentivo per esempio a seguito del raggiungimento un determinato obiettivo. Al configurarsi di tale ipotesi, infatti, i buoni spesa saranno completamente deducibili e l’IVA relativa alla commissione sarà detraibile (art. 15, comma 1, n. 2 e art. 21, comma 2, lett. c del DPR n. 633/1972).

Allo stesso modo del compenso in natura tra due operatori economici (soggetti in rapporto di fatturazione), gli articoli richiamati disciplinano anche lo sconto in natura di prodotti e servizi concordati tra le parti. Di conseguenza, i buoni acquisto potranno essere anche erogati sotto forma di sconto in natura, rientrando anche in questo caso tra i costi deducibili, esattamente come accade con l’utilizzo dei premi.  

A ciò, si aggiunge la possibilità per l’azienda di decidere di utilizzare i buoni acquisto come omaggi (ossia premi a titolo gratuito) nell’ambito di campagne marketing. Anche i liberi professionisti possono sceglierli come regali (per esempio, in occasione di ricorrenze o per festeggiare un evento) ad aziende clienti, partner, collaboratori e così via. 

In questi casi, in particolare, la deducibilità delle spese sostenute per l’acquisto dei buoni acquisto che le imprese utilizzano per omaggiare i propri clienti segue il trattamento delle spese di rappresentanza.

Gli oneri sostenuti dall’azienda per l’acquisto di buoni da regalare, a titolo promozionale, ai propri clienti rientrano nella categoria “residuale” delle spese di rappresentanza (art. 1, comma 1, lett. e) del DM 19 novembre 2018, risposta ad interpello Agenzia delle entrate n. 519/2019).

Di conseguenza, trova applicazione l’art. 108, comma 2, del TUIR (DPR n. 917/86 e DM 19/11/2008), secondo cui le spese di rappresentanza sono deducibili nel periodo d’imposta di sostenimento se rispondenti a determinati requisiti di inerenza.

Nel dettaglio, sono considerate inerenti le spese di rappresentanza per erogazioni di beni e servizi:

  • a titolo gratuito;
  • effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni;
  • il cui sostentamento sia in linea con i criteri di ragionevolezza in quanto idoneo a generare ricavi ed adeguato rispetto all’obiettivo atteso di ritorno economico, nonché coerente con le pratiche commerciali di settore. 

Come ribadito, i buoni acquisto rientrano tra le spese per erogazioni a titolo gratuito di beni e/o servizi erogati con finalità promozionali o di pubbliche relazioni. 

Pertanto, ai fini della deducibilità dei costi, le spese di rappresentanza sono commisurate all’ammontare dei ricavi e proventi della gestione caratteristica dell’impresa, risultanti dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui le stesse sono sostenute, in misura pari:

  • all’1,5% dei ricavi e altri proventi fino a 10 milioni;
  • allo 0,6% dei ricavi e altri proventi per la parte eccedente i 10 milioni e fino a 50 milioni;
  • allo 0,4% dei ricavi e altri proventi per la parte eccedente i 50 milioni.

Restano, in ogni caso, deducibili per il loro intero ammontare le spese relative a beni distribuiti gratuitamente (omaggi) di valore unitario non superiore a 50 euro.

Quanto all’IVA, invece, essa è indetraibile quando è assolta sulle spese di rappresentanza, come definite ai fini delle imposte sul reddito, salvo quelle sostenute per l’acquisto di beni di costo unitario non superiore a 50 euro.

Buoni acquisto e vantaggi fiscali per i dipendenti

Quello fiscale è un vantaggio molto importante dei buoni acquisto per i dipendenti. 

Come dicevamo, i buoni acquisto rientrano all’interno della categoria dei compensi in natura (cosiddetti “fringe benefit”) riconoscibili al lavoratore, i quali costituiscono un costo fiscalmente deducibile per il datore di lavoro. 

I buoni acquisto assegnati ai lavoratori, infatti, devono essere considerati come accessori alla retribuzione ordinaria del lavoratore e sono disciplinati dall’ultimo periodo del 3 comma, dell’art. 51 TUIR, a norma del quale non concorre a formare il reddito da lavoro dipendente il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a euro 258,23.

Come già menzionato, per il 2024, la Legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (conosciuta come Legge di Bilancio 2024) la soglia esentasse cambia:  fino a 2000 euro per chi ha figli a carico, 1000 euro per i dipendenti che non hanno figli.

Se tale valore è superiore ai limiti appena citati, questo concorrerà interamente a formare il reddito imponibile del lavoratore dipendente.

Sul punto, come stabilito dal comma 3-bis dell’art. 51 TUIR, ai fini dell’applicazione del comma 2 e 3 del medesimo articolo, l’erogazione di beni, prestazioni, opere e servizi da parte del datore di lavoro può avvenire anche mediante documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale.

Di conseguenza, i buoni ceduti al lavoratore sono configurati come compensi “in natura” e, pertanto, sono esenti da contribuzione fiscale e previdenziale, ai sensi del comma 3-bis dell’articolo 51 del TUIR (Testo unico Imposte sui redditi), il quale richiama i precedenti commi 2 e 3 del medesimo articolo.

 
 

Questo significa, in pratica, che l’importo corrispondente ai buoni acquisto utilizzati è esposto in busta paga alla voce “dato figurativo” ed è esente da IRPEF e da addizionali comunali.

I vantaggi dei buoni acquisto per i dipendenti non sono solo questi, ma diversi:

  • nel welfare aziendale aumentano il potere d’acquisto dei dipendenti;
  • si possono usare, oltre che per lo shopping, per la spesa e il carburante;
  • vanno incontro alle esigenze di tutte le tipologie di lavoratori (con figli, single, giovani e così via);
  • puntano alla soddisfazione dei dipendenti e quindi alla loro produttività;
    sono efficaci strumenti di fidelizzazione dei dipendenti.

I buoni acquisto sono un concreto sostegno al reddito dei dipendenti. Oltre che essere esentasse, buoni acquisto multibrand come i buoni Edenred Shopping sono per esempio molto vantaggiosi dal punto di vista della spendibilità.  

Si possono utilizzare in 27.000 punti vendita di numerosi brand di varie categorie merceologiche. Sono semplici da usare e oltre che per lo shopping, possono essere usati per la spesa oppure per fare rifornimento di carburante.

In questo modo, la loro versatilità li rende una soluzione ideale nelle più svariate situazioni: ognuno può scegliere come utilizzarli secondo le sue esigenze e i suoi bisogni. Che sia appunto per fare la spesa, per rifornire la propria auto o per accontentare un desiderio, come un articolo per la cura della persona, un capo di abbigliamento, calzature, libri e così via.

 
 

Ogni lavoratore trova nella libertà di scelta dei buoni acquisto un benefit motivante. Sente che l’azienda sta pensando in modo concreto al suo benessere e si sente gratificato.

Ecco perché i buoni acquisto sono benefit su cui puntare anche dal punto di vista della employee retention.

Edenred Shopping oltre la convenienza

I vantaggi fiscali rendono i buoni acquisto un benefit  particolarmente apprezzato, come abbiamo visto. Ma non è solo la loro convenienza a renderli particolarmente interessanti. 

Buoni acquisto multibrand come i buoni Edenred Shopping sono per esempio molto vantaggiosi anche dal punto di vista della spendibilità: si possono utilizzare in 27000 punti vendita di numerosi brand di varie categorie merceologiche, sono semplici da usare e se ne possono fare diversi utilizzi:, spesa, carburante e shopping.

Come premio per la forza vendita, hanno un plus non indifferente: l’autonomia di scelta. Grazie ai buoni multibrand come Edenred Shopping, sales e agenti incaricati alle vendite non solo saranno più motivati a raggiungere gli obiettivi, ma potranno scegliere tra una sempre più ampia rete convenzionata e avvantaggiarsi di un premio immediato e facile da utilizzare, anche direttamente dallo smartphone, con la nuova app MyEdenred Shopping.

E come premi nelle campagne di marketing, buoni acquisto come i gli Edenred Shopping hanno un forte appeal sui clienti.

Puoi usarli per esempio nell’ambito di loyalty program: concorsi a premi, instant win, raccolta punti e così via, ma anche per attrarre nuovi clienti. E ancora, come strumento efficace nelle campagne di lead generation. Un modo per rafforzare il tuo messaggio promozionale, strizzare l’occhio ai tuoi possibili clienti con tutti i vantaggi fiscali già illustrati. 

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