Non è solo la popolazione più adulta ad apprezzare le politiche di welfare aziendale. Anche i cosiddetti Millennials, protagonisti di un mondo del lavoro caratterizzato dalla rivoluzione digitale, dall’on-demand economy e dall’industria 4.0, sono orientati verso un’azienda rispettosa del loro talento capace di valorizzare la loro vita personale e professionale.
Ecco cosa vogliono i Millennials. Possibilità di carriera, chiedono meritocrazia, benessere lavorativo e desiderano esprimere le loro potenzialità in aziende pronte ad aiutarli a mettere su famiglia.
Il tema aperto rimane l’attivazione di tutte le leve possibili per sprigionare il potenziale creativo dei giovani rispetto alle sfide del nuovo mondo del lavoro, dell’economia e della società.
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Welfare aziendale e Millennials
Il welfare aziendale può giocare un ruolo importante in questo contesto.
Il welfare può infatti essere determinante per sviluppare e offrire tutte quelle possibilità e quei strumenti capaci di valorizzare le competenze e capacità di questa generazione.
Questo nuovo strumento, che si è sviluppato in modo straordinario in questi ultimi anni, rappresenta una risposta concreta a queste esigenze. Offre infatti un ampio paniere di beni e servizi e un modello di organizzazione del lavoro ispirato ai principi della flessibilità spazio-temporale, allo smart-working e al work-life balance, entrando nel terreno dei nuovi bisogni sociali.
Edenred Italia, in collaborazione con Orienta, ha realizzato un Osservatorio Giovani e Lavoro che ha promosso un’indagine specifica su Millennials, Generazione Z, lavoro e welfare aziendale. Ecco cosa è emerso.
Studio Edenred: i benefit aziendali richiesti dai giovani
Dallo studio emerge che il welfare aziendale è un benefit di grande interesse per questa generazione. Per l’83,52% degli intervistati, infatti, l’azienda ideale deve avere piani di welfare specifici per i giovani dipendenti.
Il 95% del campione ha risposto “molto importante” alla domanda: “È importante che un’azienda preveda servizi di welfare che facilitano la realizzazione di una famiglia per i giovani come baby sitter, rimborso asilo nido, permessi aggiuntivi per la paternità e la maternità, bonus spesa specifici e così via?”
Ma una buona azienda è anche quella che sa incentivare non solo a livello monetario. Il 32,39% degli intervistati considera rilevante che siano previsti una serie di benefit come computer, cellulare, buoni spesa, corsi di formazione, convenzioni con negozi e palestre, assicurazione sanitaria, viaggi, e così via.
E oggi l’azienda assume un ruolo sociale all’interno del modello di welfare anche affiancando la leva del pubblico a quella del privato. Questo per costruire un’efficace rete di promozione sociale e lavorativa dei giovani anche attraverso un’idea di welfare community delle opportunità.