Cultura aziendale
18 Lug 2023
| 8'

Employee engagement: cos’è, come funziona e come influisce sul benessere dei dipendenti

Coinvolgere i propri dipendenti consente alle aziende di poter raggiungere dei traguardi molto importanti. Scopriamo cosa si intende con il concetto di employee engagement e come questo influisca sul benessere delle persone.
Autore
Redazione
Engagement Edenred

Il susseguirsi di diversi fenomeni, tra cui l’esplosione della cosiddetta Great Resignation, ovvero le grandi dimissioni di massa che si sono verificate a partire dal 2021, la pandemia e l’aumento della richiesta di ricorrere allo smart working, hanno spinto le imprese a dover ripensare l’intero sistema lavorativo, al fine di creare degli ambienti più attrattivi e stimolanti.

Il mondo HR si trova, oggi, ad affrontare delle sfide inedite, che rendono necessaria l’adozione di nuove misure per consentire alle persone di sentirsi maggiormente coinvolte nel proprio ambiente lavorativo.
Per questo motivo, monitorare il livello di coinvolgimento delle risorse e investire per farlo crescere, è molto importante: una leva ormai consolidata è quella del welfare aziendale, come supporto ai dipendenti con l’obiettivo di migliorare la loro vita personale e professionale

Cos’è l’employee engagement e quanto incide sul benessere organizzativo

Con il termine employee engagement si fa riferimento al concetto di misura del coinvolgimento dei dipendenti verso l’organizzazione in cui lavorano. Ottenere un elevato livello di employee engagement significa riuscire a creare degli ambienti lavorativi in cui i dipendenti percepiscono di essere apprezzati e valorizzati in azienda: questo consente di ottenere prestazioni migliori, un alto livello di produttività e fidelizzazione oltre a una riduzione dell’assenteismo.

Le aziende, per migliorare l’engagement dei lavoratori, possono mettere in pratica una serie di azioni concrete e premianti attraverso iniziative di gamification come contest, sfide, anche per favorire lo scambio di feedback tra dipendenti, al fine di incentivare comportamenti virtuosi e stimolare il confronto tra colleghi. A monte resta sempre molto importante fornire una formazione continua e ascoltare le richieste dei propri dipendenti per creare o mantenere un ambiente di lavoro in cui sia facile comunicare e diffondere le proprie idee.

È importante, inoltre, mettere i dipendenti nella condizione di poter lavorare comodamente da casa, favorendo lo smart working così da bilanciare al meglio vita privata e lavorativa. 

Ultimo, ma non meno importante, offrire dei benefit attraverso un piano di welfare aziendale consente di coinvolgere attivamente i dipendenti e aumentare la loro motivazione, migliorando, in questo modo, il clima interno.

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Un buon employee engagement ha degli effetti positivi non solo all’interno del sistema aziendale, ma anche verso l’esterno: i lavoratori che percepiscono di essere apprezzati e coinvolti nell’organizzazione per cui lavorano riescono a trasmettere questo senso di appartenenza e coesione anche al di fuori della stessa. I dipendenti saranno così i primi veri ambassador dell’impresa e le loro azioni potranno influenzare l’immagine aziendale percepita dagli stakeholder.

Un’azienda che viene considerata un buon posto in cui lavorare avrà la capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti, posizionandosi sul mercato come una realtà innovativa e attenta al benessere delle persone.

Perché è importante l’employee engagement?

Investire sull’employee engagement in una società in continuo mutamento come la nostra, oggi risulta essere ancora più importante che in passato.
Un buon livello di coinvolgimento dei dipendenti consente di ottenere delle performance migliori: questo fa sì che le persone possano lavorare meglio e crescere, reinvestendo competenze all’interno dell’azienda stessa. 

Al giorno d’oggi, infatti, è molto difficile riuscire ad attrarre e trattenere talenti. Un’indagine del 2022 della società di consulenza Deloitte, condotta su un campione di 14.808 persone appartenenti alla Generazione Z e 8.412 Millennials in 46 Paesi, sottolinea come 4 Generation Z su 10 e quasi un quarto dei Millennials siano propensi a lasciare il proprio posto di lavoro entro 2 anni. Inoltre, circa un terzo lo farebbe senza avere già trovato un altro lavoro, confermando, quindi, un generale livello di insoddisfazione. 

 
 

Quello che emerge post pandemia è il crescente desiderio da parte delle persone di lavorare in un ambiente positivo ed inclusivo, in grado di mettere al centro i bisogni individuali dei propri dipendenti. La pandemia, infatti, ha ristabilito l’ordine delle priorità di tante persone, spingendole a dare maggiore importanza alla propria sfera personale.

Soprattutto le nuove generazioni mettono al centro il proprio benessere personale, anche a discapito di eventuali avanzamenti di carriera e, nel momento in cui si sentono insoddisfatte, decidono di abbandonare il proprio posto di lavoro.
Questo ha delle conseguenze importanti per le aziende, che si ritrovano a dover lavorare con meno personale e a ritmi più elevati, senza dimenticare che la sostituzione di una risorsa prevede costi di recruiting e selezione da parte degli HR, nonché l’investimento di tempo e personale per la sua formazione. 

I driver dell’employee engagement

L’ottenimento di un buon livello di coinvolgimento dei dipendenti non è un’operazione casuale, ma è il risultato di una precisa strategia aziendale che ha come priorità la soddisfazione e la crescita delle persone. 

Ma quali sono i driver che possono guidare l’employee engagement?
Indubbiamente un ruolo di fondamentale importanza è quello rivestivo dai manager, i quali devono essere in grado di incarnare e trasmettere i valori aziendali: i responsabili, infatti, hanno il compito di costruire con i propri dipendenti delle relazioni di valore, basate sulla fiducia e la stima reciproca. Come? Incoraggiandoli, dando loro consigli, feedback, sia positivi che negativi, riconoscendo i risultati raggiunti e aiutandoli a lavorare sulle proprie aree di miglioramento.

Un’altra leva molto importante è rappresentata dal concetto di empowerment, ovvero dall’opportunità per i dipendenti di prendere decisioni in autonomia, spingendoli ad esprimere sempre le proprie idee.

Ultimo, ma non meno importante, rafforzare il work-life balance, permettendo ai dipendenti di investire sulla propria carriera lavorativa, senza, tuttavia, rinunciare alla propria sfera personale e affettiva. 

 
 

Le imprese, per riuscire a crescere veramente, devono dimostrare di essere in grado di mettere al centro i bisogni dei propri dipendenti, al fine di creare un ambiente di lavoro sereno e stimolante. L’employee engagement è un concetto complesso, ma è anche una risorsa imprescindibile per riuscire a raggiungere dei traguardi importanti. 

Employee engagement e smart working

Lo smart working ben rappresenta il concetto di work-life balance menzionato più volte. Dopo l’arrivo del Covid-19 tante aziende, che prima non lo utilizzavano, si sono trovate a dover fare i conti con una situazione straordinaria che imponeva il ripensamento delle modalità lavorative.
Oggi, dopo tre anni dal primo lockdown, le imprese hanno finalmente capito la grande importanza di questo strumento: basti pensare che, tra le principali richieste delle nuove generazioni in fase di colloquio, compare proprio lo smart working e diversi giovani dichiarano di non accettare proposte di lavoro in cui non è previsto il ricorso a questa modalità.

La motivazione principale è da ricercare nel desiderio di poter risparmiare del tempo, che altrimenti verrebbe speso negli spostamenti casa-lavoro, per poterlo dedicare ad altre attività.
Pensiamo anche a quanto le nuove generazioni siano attente verso tematiche come la sostenibilità e il ricorso a modalità di spostamento che possano ridurre l’inquinamento. L’utilizzo dello smart working consente, infatti, di evitare che i dipendenti utilizzino quotidianamente l’auto o altri mezzi di trasporto collettivo e questo comporta numerosi benefici per l’ambiente.

Molte imprese stanno anche implementando delle politiche di mobilità aziendale all’interno dei propri piani welfare. 

 
 

Introdurre un sistema di mobilità aziendale consente alle aziende di aumentare la soddisfazione dei dipendenti e il loro coinvolgimento, creando, in questo modo, un ambiente di lavoro più sano, felice e produttivo e agendo in ottica di talent attraction e retention. 

Come migliorare l’employee engagement: strategie e strumenti

La prima strategia utile per migliorare l’employee engagement è lavorare sulla brand identity, rafforzandola, al fine di permettere ai dipendenti di identificarsi con i valori aziendali: in questo modo l’azienda può costruire un’immagine solida e, nel momento in cui le persone si riconoscono nell’identità della propria organizzazione, aumenta anche il loro senso di appartenenza.

Un altro modo per agire sull’engagement è creare un ambiente di lavoro stimolante, che consenta alle persone di esprimere le proprie idee e costruire un percorso di carriera che li soddisfi e li faccia sentire realizzati. 

Le aziende devono investire sui propri talenti e valorizzare le loro capacità, spingendoli a collaborare e favorendo la comunicazione interna, al fine di raggiungere importanti risultati. Per esempio, organizzare delle sessioni di brainstorming, sondaggi interni e lavori di gruppo per raccogliere le idee delle persone è un’ottima strategia per il loro coinvolgimento.
I dipendenti, per sentirsi veramente “ingaggiati” nell’ambiente lavorativo, hanno bisogno di essere ascoltati, di ricevere dei feedback e comprendere anche i propri errori, al fine di crescere e migliorare. 

Coinvolgere i dipendenti con il welfare aziendale

Il welfare aziendale è fondamentale per riuscire a coinvolgere i dipendenti.D
all’analisi dell’Osservatorio 2023 di Edenred emerge come, nel 2022, si sia registrato un aumento del consumo del credito welfare e, tra gli intervistati, ben il 76% delle persone che lavorano in aziende con piani di welfare attivi si dichiara soddisfatto della propria condizione lavorativa.

Questo dato permette di riflettere sulle grandi potenzialità del welfare aziendale, uno strumento in grado di creare un buon clima aziendale interno, migliorando le performance dei singoli dipendenti e riducendo il turnover. I benefit offerti dalle aziende ai propri dipendenti contribuiscono, infatti, ad aumentare il loro engagement.

Tra le iniziative che possono essere previste all’interno di piani di welfare aziendali possiamo trovare il rimborso per le spese di istruzione e formazione o per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale; o ancora, servizi di baby-sitting, voucher per visite specialistiche, attività culturali, pacchetti vacanze e abbonamenti in palestra, utili per conciliare le diverse esigenze della vita personale. 

Oltre a fornire questi benefit, quello che è necessario per le aziende, è riuscire a costruire dei sistemi in grado di misurare e aumentare l’engagement dei dipendenti.

Un esempio è la formula Engagement di Edenred, un ecosistema con differenti soluzioni digitali racchiuse in un unico portale, che offre convenzioni, sconti esclusivi e un modo innovativo per scambiare feedback tra colleghi e con l’azienda.

L’offerta è modulare e si compone di diverse funzionalità:

  • savings: un portale dedicato a sconti e convenzioni con la possibilità di accumulare il proprio cash back;
  • share: la bacheca digitale dove i dipendenti creano e pubblicano i loro annunci;
  • awards: il modulo dedicato allo scambio di feedback tra dipendenti che incentiva la relazione tra colleghi, sedi e team diversi, rafforzando i valori aziendali;
  • incentives: campagne e contest configurabili in base alle necessità dell’azienda, con la possibilità di assegnare punti o premi in funzione delle campagne;
  • connect: è il social network aziendale, uno spazio di comunicazione tra l’azienda e i dipendenti, in cui dare spazio a eventi, corsi di formazione e varie attività.

Riuscire ad ingaggiare i dipendenti nel modo corretto consente all’azienda di ridurre i costi, migliorare le performance individuali, aumentare la fiducia reciproca e attrarre e mantenere i talenti. 

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