Cultura aziendale
13 Giu 2023
| 9'

Come coinvolgere i dipendenti oggi con l’employee engagement: strategie e tecniche

L’emergenza sanitaria, lo sappiamo, ha cambiato non solo il mondo del lavoro, ma anche il modo di approcciarsi ad esso. Ecco perché chi lavora nelle Risorse Umane deve considerare altri modi per ingaggiare i dipendenti.
Autore
Cristina Maccarrone
employee engagement

In un mondo del lavoro che negli ultimi anni tra pandemia, smart working, lavoro ibrido e Grandi Dimissioni è profondamente cambiato, come le aziende possono coinvolgere i dipendenti? Quali strategie e tattiche di employee engagement possono mettere in campo?

Chi lavora come HR sa bene quanto sia importante che le persone dell’azienda continuino a sentirsi coinvolte dall’ambiente in cui si trovano, dalle sfide che affrontano, da quel che possono fare per contribuire al miglioramento della produttività e non solo. 

Eppure, per coinvolgere davvero i lavoratori non bastano più – o non solo – ambienti stimolanti, percorsi di carriera e benefit. O meglio, oltre a questi, bisogna fare i conti con nuovi “driver” e anche con ciò che le persone oggi reputano particolarmente importante quando scelgono di stare in una realtà anziché in un’altra.
Senza dimenticare, poi, che si parla sempre più di lavoro ibrido, ossia di mix tra lavoro a distanza e in presenza. 

Cerchiamo dunque di capire quali azioni si possano mettere in atto e a quali aspetti prestare particolare attenzione per migliorare l’employee engagement.

Cos’è l’employee engagement e perché oggi è ancora più importante

Innanzitutto, partiamo con la definizione di employee engagement che è sostanzialmente la misura attraverso cui si valuta il livello di entusiasmo, partecipazione e dedizione che un dipendente o un collaboratore hanno verso il proprio lavoro. 

Chi è coinvolto, infatti, si preoccupa di fare il meglio e percepisce che i suoi sforzi fanno la differenza, oltre a essere apprezzati. 

 
 

A differenza di quel che si crede, l’employee engagement riguarda tanto i dipendenti quanto i manager e gli stessi datori di lavoro: è infatti alla base di un ambiente in grado di accogliere le novità e i cambiamenti per raggiungere gli obiettivi prefissati o individuarne di nuovi.

Il concetto di employee engagement è pertanto molto legato sia alla employee retention sia al turnover aziendale che sono dei KPI (Key Perfomance Indicator) molto rilevanti. 

Una persona di talento, ma scontenta di ciò che fa, indipendentemente dallo stipendio o dal percorso di carriera, può comunque lasciare il proprio posto di lavoro nel giro di breve tempo. Specie se non ci si rende conto di questo suo stato d’animo e non si fa qualcosa per migliorare la situazione. 

 
 

Inoltre, un dipendente che se ne va può diventare un costo importante per l’azienda che deve sostituirlo o, al suo posto, far lavorare altre persone con ritmi più sostenuti. Senza parlare dei costi legati al recruiting, alla selezione, così come alla formazione e all’onboarding dei nuovi assunti.

Benessere psicologico ed employee engagement: perché sono collegati

Bisogna poi considerare, come è emerso da una ricerca realizzata nel settembre 2021 da BVA Doxa per Mindwork, che nell’employee engagement rientra sempre più anche il benessere psicologico.
La salute psicologica personale è, infatti, direttamente correlata a quella lavorativa (e viceversa): la pensa così quasi l’85% delle persone intervistate, su un campione di 300 persone di aziende con oltre 10 dipendenti.

C’è, però, da dire che il 40% non si sente libero di parlare del proprio malessere emotivo sul luogo di lavoro e che appunto questo si conferma, secondo la ricerca, come il posto meno adatto per esprimere il proprio disagio. 

Tutto ciò come si ripercuote sull’employee engagement e in generale sull’engagement aziendale?
Sempre dai dati emerge che i lavoratori giovani hanno una maggior propensione a lasciare il lavoro a causa di un malessere emotivo: lo dice ben il 49% degli under 34 che lo ha fatto almeno una volta. 

Il 92% degli intervistati totali, inoltre, ritiene importante che l’azienda si occupi attivamente del “benessere psicologico” dei propri dipendenti. Anche se, secondo il 42%, queste azioni non sono molto efficaci.

Rientro in ufficio e smart working: cosa ne pensano i lavoratori

C’è da considerare anche un altro aspetto che è quello relativo allo smart working. L’emergenza sanitaria lo ha “sdoganato” facendolo diventare molto più che un benefit e appare evidente che molti lavoratori non vogliono rinunciarci

smart working e rientro in ufficio
smart working e rientro in ufficio

In ottica di engagement dei dipendenti è da considerare che il 20% delle persone si dice disposto a cambiare lavoro se costretto a rientrare in azienda a tempo pieno. Così come il 40% si dice preoccupato di un ritorno full time. I motivi? La gestione del tempo, i vissuti di stress e non da meno la gestione familiare. 

 
 

Tutto questo deve sicuramente far riflettere sul modo migliore di ingaggiare i dipendenti, senza dimenticare altri due aspetti fondamentali: l’importanza di avere la fiducia delle persone e di suscitare in loro quel senso di appartenenza che la distanza ha in qualche modo intaccato.

7 strategie per coinvolgere i dipendenti oggi

E come comportarsi nello stato attuale? Come migliorare il coinvolgimento in azienda?  

Ecco 7 strategie da attuare:

  • ascoltare davvero le persone
  • agevolare la comunicazione interna
  • condividere il purpose dell’azienda con i dipendenti
  • puntare sui benefit aziendali in ottica di work-life balance e smart working
  • incoraggiare il risparmio di tempo
  • incentivare la formazione continua
  • creare attività ingaggianti

Vediamole in dettaglio. 

Ascoltare davvero le persone

L’ascolto spesso viene dato per scontato, specie quando i dipendenti lavorano in azienda da anni. Eppure, grazie al digitale e non solo, ci sono tantissimi modi per dare spazio a quello che i lavoratori pensano e sentono.

Tra questi, per esempio, ci sono delle survey per misurare l’employee engagement con una serie di domande che si possono concludere con un piccolo omaggio per chi ha partecipato, come per esempio un buono acquisto Edenred Shopping

Sapevi che puoi scegliere il valore di ogni singolo buono, a partire dai 10 euro fino ai 50? 

O ancora: caffè virtuali, forum, gruppi di discussione su piattaforme come Slack per esempio. E, dal vivo, puoi organizzare momenti in ufficio in cui si possano, non solo accogliere i feedback sulle scelte che sono state fatte come l’andare uno o due giorni a settimana fissi in ufficio, ma anche lavorare in ottica di feedforward

Vale a dire: accogliere il riscontro che il dipendente dà come un dono – anche se non è detto sia un feedback piacevole – e pensare subito a delle soluzioni orientate al prossimo futuro

Sei curioso di saperne di più sul feedforward? Ecco un Ted Talk in merito a cura di Joe Hirsch:

Agevolare la comunicazione interna

Colli di bottiglia, silos, team molto ristretti sono tutti modi attraverso i quali le informazioni interne non circolano. Eppure la comunicazione è cruciale per il coinvolgimento dei dipendenti nonché per favorire il clima aziendale

Dal rapporto 2020 di Censis insieme ad ASCAI (Associazione per lo Sviluppo della Comunicazione Aziendale in Italia) è emerso che per il 46,8% delle persone la comunicazione dell’azienda in futuro deve far sentire i lavoratori parte integrante di una comunità aziendale. Anche questo è uno “strascico” della pandemia e, ovviamente, fa il paio con quel senso di appartenenza di cui parlavamo prima. 

Il tutto si può applicare con varie modalità come newsletter, riunioni virtuali, social media aziendali (basti pensare all’evoluzione dello stesso LinkedIn), intranet, così come allineamenti di team o riunioni plenarie. Ovviamente valutando di volta in volta chi sono i destinatari della comunicazione.

Così come non è da dimenticare la cara e vecchia pubblicazione cartacea: locandine con iniziative particolari appese alle macchinette del caffè o distribuite nelle aree relax possono ancora ingaggiare molto. 

Condividere il purpose dell’azienda con i dipendenti

Il purpose, ossia lo scopo, è un altro aspetto da non trascurare, sia in una direzione che nell’altra. Se con l’ascolto si cerca di capire qual è lo scopo personale dei dipendenti, non bisogna tralasciare la relazione che c’è tra questo e la mission dell’azienda, come i suoi valori e la cosiddetta value proposition (vale a dire come pensa di applicarli in modo concreto). 

Per le persone conta molto lavorare in un’azienda che non ambisca solo a diventare “leader di settore”, anche perché è difficile che un dipendente si senta coinvolto da una mission del genere. Il rischio è che finisce con l’adattarsi senza veramente sposare l’obiettivo. 

 
 

Se invece è chiaro che la tua organizzazione vuole avere un impatto sulla società, vuole in qualche modo “lasciare il segno”, è più facile far sentire le persone che ci lavorano “parte del tutto”.

Inoltre, così facendo, puoi mostrare a chi lavora per te come il suo lavoro è correlato al purpose dell’azienda. Le persone si sentiranno più ingaggiate e vedranno uno scopo tra quello che fanno ogni giorno e l’obiettivo cui ambire.

Puntare sui benefit aziendali in ottica di work-life balance e smart working

Il delicato equilibrio tra la vita privata e il lavoro, come sappiamo, non è stato facile da mantenere in un momento in cui la propria abitazione è diventata il nuovo ufficio. Ecco perché coinvolgere i dipendenti vuol dire aiutare a mantenere il work-life balance e a recuperarlo qualora lo si sia perso. 

In tutto questo, un enorme contributo viene da vari benefit aziendali. Come per esempio, il sostegno per le spese scolastiche dei figli, gli aiuti per l’assistenza a familiari non più autosufficienti, i servizi di babysitting e i nidi aziendali che aiutano mamme e papà a non doversi barcamenare tra una riunione e l’altra. 

E ancora: palestre aziendali, abbonamenti al teatro e orari flessibili, tutte cose che facciano anche riscoprire la gioia di dedicarsi al tempo libero.

Sapevi che puoi realizzare un piano di welfare adatto alle dimensioni e caratteristiche della tua azienda? Scopri come con Edenred Welfare.

In tutto questo, poi, si inserisce lo smart working che, come abbiamo visto grazie all’indagine Doxa, è una modalità particolarmente apprezzata che dà modo ai dipendenti di gestirsi in autonomia e lavorare al meglio.

Il rientro in ufficio deve sicuramente puntare su una modalità di lavoro ibrida che preveda sia la presenza in sede – e tutto quello che di positivo questa può dare come, tra le altre cose, incontrare i colleghi, chiacchierare in modo spontaneo davanti alla macchinetta del caffè – sia la possibilità di lavorare ovunque e per obiettivi. 

Incoraggiare il risparmio di tempo

Legato a quanto detto sopra, una modalità per ingaggiare le persone è quella di aiutarle a risparmiare tempo anche nel momento di fare acquisti. In questo, un aiuto viene dai buoni acquisto Edenred Shopping che, oltre a essere un omaggio gradito o un incentivo per la rete vendita, sono anche un modo per dare ai lavoratori la possibilità di comprare quello che più serve nella quotidianità, in modo facile e immediato. 

Collegandosi alla piattaforma dovecompro.edenred.it, potranno vedere quali sono i negozi più vicini all’abitazione o all’ufficio, le varie categorie merceologiche e decidere se fare acquisti fisicamente, in modo digitale o tramite l’app MyEdenred Shopping

 
 

Usare i buoni acquisto dallo smartphone permette, inoltre, di sfruttare ancor meglio la geolocalizzazione e di comprare in velocità senza perdere troppo tempo.

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Incentivare la formazione continua

Da non dimenticare poi la formazione continua che in inglese viene definita lifelong learning. Se, in qualche modo, siamo tutti sopravvissuti al lockdown, è anche perché imparando cose nuove abbiamo avuto la sensazione che, mentre tutto era fermo o quasi, si continuava a crescere. 

 
 

Investire sul lifelong learning è fondamentale per far sentire i dipendenti apprezzati, ma non solo: si dimostra che si investe davvero su quello che sono e su quello che potrebbero diventare.

Ecco perché, oltre a proporre vari corsi, chi lavora nelle HR dovrebbe tenere in considerazione esigenze di crescita personale e di ottenere nuove competenze (skill). Che potranno poi essere in qualche modo utili all’azienda.

Anche perché, lo ricordiamo, non per tutti il concetto di carriera si traduce nell’avanzamento di grado e nell’avere delle persone da gestire, ma per molti è “orizzontale” e consiste anche nel crescere come persona.

Determinante in tal senso è anche la formazione esperenziale che riesce a dare la possibilità a lavoratori e lavoratrici di sperimentare sul campo quanto appreso. 

Creare attività varie

Infine, sono tantissime le attività che puoi fare per ingaggiare i dipendenti. Come contest virtuali o dal vivo in cui il buono acquisto può essere uno dei premi in palio. O ancora: giochi di squadra, passeggiate all’aria aperta in pausa pranzo, cacce al tesoro e così via.

Oppure, come abbiamo fatto in Edenred, puoi far diventare i dipendenti attori per un giorno con “Edenred Siamo Noi”. 

Vuoi utilizzare il welfare aziendale per ingaggiare i tuoi dipendenti?