Cultura aziendale
28 Feb 2023
| 7'

Come e perché portare la felicità in azienda e cosa significa per i dipendenti

Qual è il rapporto tra dipendenti felici e produttività in azienda? Dal creare un luogo di lavoro sempre più flessibile alla gamification, passando per i benefit aziendali, ecco come portare la felicità in azienda.
Autore
Cristina Maccarrone
dipendenti felici

“Quando siete felici fateci caso”, recita il titolo di un bel libro di Kurt Vonnegut che raccoglie alcuni dei discorsi che lo scrittore fece ad alcuni laureandi americani alla fine dell’anno accademico. Parafrasando il titolo, se ci rivolgiamo alle imprese, potremmo dire “Quando avete dipendenti felici fateci caso”. 

Perché quando, di contro, le persone non sono felici, la differenza è enorme, in termini di produttività, certo, ma anche di clima aziendale, talent attraction e soprattutto retention. 

I dipendenti felici, infatti, migliorano lo stato di salute di un’azienda, la rendono non solo più forte nel suo mercato di riferimento, ma anche un posto dove è piacevole lavorare. Quando invece non è così, il sentimento di infelicità generale, rischia di mettere a dura prova tutto il sistema azienda andando a inficiare non solo il clima interno e la retention, ma anche la brand reputation e la capacità di attrarre nuovi profili interessanti.

Ma si può davvero essere felici in azienda? E come far sì che questo succeda? Cerchiamo di scoprirlo partendo proprio dal concetto di felicità per poi analizzare perché è importante avere dei dipendenti felici e quali azioni mettere in campo perché questo avvenga, anche con l’aiuto del welfare aziendale

Cosa si intende per felicità

“Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici”. E ancora: “Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”.

A pronunciare queste frasi è stato uno degli imprenditori forse più illuminati e visionari che l’Italia abbia avuto ossia Adriano Olivetti. E ancora oggi quanto diceva è fortemente attuale per tutte le aziende.

In un periodo, poi, come quello che stiamo vivendo, tra post Covid e guerra tra Russia e Ucraina, oltre che contrassegnato dall’aumento dei prezzi il concetto di felicità diventa ancora più importante

Ma di cosa si tratta?

Difficile dare una definizione di felicità perché ovviamente, dal punto di vista personale, può cambiare da individuo a individuo così come di paese in paese. Tant’è che a Copenaghen qualche anno fa è nato l’Happiness Museum e a fine 2021, anche Carpi, in provincia di Modena, ha dato vita al Museo della Felicità collettiva con il contributo dei cittadini per capire, insieme ai cittadini, quali siano gli elementi che fanno la felicità. è emerso che ognuno dà una valenza diversa alla felicità.

In generale, possiamo dire che essere felici è uno stato psicologico che consiste nel provare delle emozioni positive, sentirsi bene sia fisicamente che moralmente, avere la sensazione di stare andando avanti ed essere circondati dagli affetti più cari. 

E cos’è invece la felicità in azienda?

Felicità in azienda: di cosa parliamo e perché è importante

Si parla di felicità in azienda quando c’è un clima diffuso di soddisfazione e allo stesso voglia di dare il meglio di sé, sapendo che si verrà premiati e che quanto si fa può avere un impatto positivo. Sulle persone, sull’ambiente circostante, sul mondo. 

Un concetto che quindi è fortemente legato al wellbeing aziendale per cui è importante garantire il benessere del lavoratore a tutto tondo: sociale, finanziario e professionale. Il tutto anche grazie al ruolo del welfare aziendale nella gestione delle risorse umane. 

Di contro, a scatenare l’infelicità dei lavoratori, sono diversi fattori come evidenzia una ricerca di Intribe, società tecnologica di ricerche di mercato, svolta nel marzo 2022 su 2142 intervistati.

Dalla ricerca è emerso che il 67,9% di chi ha cambiato lavoro nell’ultimo anno o sta pensando di farlo lo fa per via dello stipendio basso. Il 34,2% lo indica poi come unico motivo mentre per il 33,7% oltre alla paga contano: 

  • il management inadeguato (18,1%);
  • le mansioni non in linea con i propri sogni (18,1%);
  • la mancanza di apprezzamento/riconoscimento sul lavoro (14,9%). 

Se si parla dunque di Great Resignation, le motivazioni non sono quindi solo economiche, ma strettamente legate al concetto di autorealizzazione e alla voglia di sentirsi apprezzati. 

 
 

Aumentare lo stipendio, infatti, può in un primo momento rendere contenti, ma nel lungo periodo, se l’ambiente non è stimolante e il clima aziendale non è quello giusto, può non bastare.

Puntare sui benefit aziendali aiuta i dipendenti a essere più felici. Scopri come con la tua consulenza gratuita.

Perché è importante avere dipendenti felici

Sonja Lyubomirsky, professoressa di psicologia presso l’Università della California e autrice del libro “The How of Happiness”, scrive che:

 
 

Le persone felici sono migliori partner e membri della società, pensatori flessibili e ingegnosi, dipendenti produttivi, leader di successo e negoziatori nonché hanno un atteggiamento più proattivo rispetto alle difficoltà. 

Pertanto possiamo dire che avere dei dipendenti più soddisfatti, oltre a migliorare la produttività, comporta: 

  • riduzione del turnover aziendale e dell’assenteismo
  • decisioni prese con maggiore lucidità e pertanto più mirate
  • meno stress e clima aziendale più favorevole
  • maggiore coinvolgimento rispetto a quello che si fa
  • circolazione di idee più brillanti ed efficaciti
  • miglioramento delle relazioni tra i colleghi ma anche con i superiori
  • miglioramento del servizio clienti
  • brand reputation più positiva.

Come rendere i dipendenti più felici e ottenere la felicità in azienda

Fin qui è chiaro cosa comporti avere dipendenti più felici, ma nella pratica cosa può avere un’azienda?

Ecco alcuni consigli.

Punta sull’offrire un ambiente di lavoro che sia “adatto” e flessibile

Lo sappiamo benissimo: il lavoro oggi è cambiato. E a fronte di persone che vogliono andare in ufficio ogni giorno – come per esempio chi fa parte della Generazione Z – ce ne sono tante cui andare anche due volte a settimana pesa non poco, magari per via della gestione familiare. 

Partendo dal fatto che è importante favorire l’incontro tra i colleghi e il confronto dal vivo, cerca di creare un luogo di lavoro che sia flessibile e adatto alle diverse esigenze delle persone. Spazi ampi, luminosi, ma anche rimodulabili a seconda delle necessità dando alle persone la possibilità di scegliere la propria postazione di lavoro e come portare avanti il tutto.

C’è chi viene in ufficio solo per le riunioni con il team? Meglio creare degli ambienti, dove in poco tempo, è facile ritagliarsi dello spazio per collaborare – senza dover prenotare le sale giorni prima – e trascorrere il tempo necessario per portare avanti quella attività tutti insieme. Dopodiché nulla esclude che il dipendente possa lavorare da casa, di notte, all’alba, purché appunto abbia tutti gli strumenti possibili.

Favorisci quindi il remote working e lo smart working, magari puntando sul garantire, come azienda, e grazie ai buoni pasto una pausa pranzo salutare, da consumare come e dove meglio si crede. 

Instaura un clima di fiducia e “conosci” meglio le persone

Conoscere le persone che lavorano in azienda è sempre più importante. Hanno cambiato gli interessi rispetto a quando sono entrate? Come si sentono rispetto al lavoro che portano avanti? Cosa vorrebbero fare di nuovo? 

Ritagliare dei momenti per discutere con ogni collaboratore e conoscere eventuali difficoltà o dubbi, è un investimento che va nella direzione della felicità in azienda. Non farlo vuol dire non conoscere davvero cosa agita le persone e rischiare che se ne vadano all’improvviso. E sì, anche se avevano ricevuto da poco un aumento di stipendio. 

Dai più feedback

Altrettanto importante è dare dei feedback continui, senza aspettare i colloqui di valutazione semestrali o annuali. Sei mesi o un anno sono un tempo troppo lungo per dire a una persona cosa ti è piaciuto del suo atteggiamento o l’impatto che per esempio ha avuto una sua idea o modo di portare avanti le cose. O, di contro, cosa non sta andando bene.

Dare un riscontro e allo stesso tempo ringraziare, magari con un buono acquisto, può essere un buon modo per gratificare i dipendenti.

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Punta sulla formazione

Formarsi e avere la sensazione di “crescere” è qualcosa che rende le persone molto contente. Quando si apprende qualcosa di nuovo, che sia una lingua o un programma, si sviluppa la creatività e si allena il piacere della scoperta. 
Raggiungere dei traguardi, infatti, alimenta l’autostima e rende felici.

Ecco perché un’azienda deve organizzare continuamente corsi di formazione dal vivo oppure online e dare anche la possibilità alle persone di poter scegliere in modo autonomo e poterli frequentare – perché no – anche durante l’orario di lavoro. 

30 minuti al giorno dedicati a pillole formative aiutano a mantenere un umore più positivo che si ripercuote sicuramente sul lavoro. 

Premia i dipendenti

Valorizzare i traguardi raggiunti è importante e non va dato assolutamente per scontato. Un premio di risultato, magari con la possibilità di convertirlo in welfare aziendale, è un riconoscimento che viene sicuramente apprezzato dai dipendenti.

Così, come abbiamo già accennato, regalare dei buoni acquisto a fronte di una gara vinta o di un cliente ostico che è stato conquistato, è un modo per dire grazie e valorizzare quanto fatto.

Fai “gamification”

Introdurre attività di gioco, ossia di gamification, può essere un modo per stemperare la tensione per esempio accumulata durante un incontro con i clienti o durante la preparazione di una gara, solo per fare qualche esempio. 

Esempi di giochi possono essere tornei di calcetto così come di padel – molto in voga in questo periodo – così come altre attività legate al team building o alla formazione esperienziale.

Una buona idea, per creare un clima più disteso, è avere una sala relax con divanetti, calcio balilla o tavoli da ping pong che facciano sì che siano gli stessi dipendenti a sfidarsi tra di loro e… divertirsi in maniera autonoma.

Il welfare aziendale per la felicità dei dipendenti

Alla felicità in azienda concorrono sicuramente anche i benefit aziendali calibrati sulle reali necessità dei dipendenti e delle loro famiglie.
C’è chi può apprezzare benefit che permettano di usufruire del proprio tempo libero – abbonamento in palestra, al teatro, corso di yoga ecc… – chi, invece, magari, preferisce l’assistenza sanitaria o iniziative di welfare aziendale per sostenere le spese di istruzione per i figli. Così come particolarmente apprezzati sono i viaggi e le vacanze: come emerge dall’Osservatorio Welfare 2022 di Edenred, si tratta di una delle voci di spesa relative all’area ricreativa che ha fatto registrare un aumento del 9% tra 2020 e 2021.

Vuoi saperne di più sui benefit che piacciono ai dipendenti? Scarica il nostro Osservatorio sul Welfare.

Così come nella direzione di gratificare i dipendenti e renderli felici vanno anche i voucher welfare di Edenred che possono essere utilizzati per fruire di servizi delle più svariate categorie, come formazione, assistenza familiari, viaggi, cultura e tempo libero ma anche salute e benessere.

All’interno di un’ampia rete di strutture convenzionate disponibili sul portare beneficiari.edenred.it e presenti in tutto il territorio nazionale, i dipendenti possono scegliere e accedere al servizio senza alcun anticipo di denaro e, inoltre, se hanno una struttura cui tengono particolarmente, possono chiederne il convenzionamento segnalandola direttamente sul portale. 

Il welfare aziendale, dunque, gioca un ruolo importante nella soddisfazione e dunque ha un impatto significativo sulla felicità dei dipendenti. E chi è felice, ricorda, tiene a raccontarlo in ogni dove: ad amici, parenti, familiari e soprattutto sui social media diventando così un brand ambassador prezioso. 

Come dire: la felicità è una reazione a catena. 

Vuoi saperne di più sul welfare aziendale?