Il ruolo del welfare aziendale nella gestione delle risorse umane

Il World Happiness Report, l’indagine del dipartimento dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, come ogni anno ha redatto una classifica dei Paesi più felici del pianeta, basandosi su criteri economici, livello di istruzione, di corruzione e qualità della vita dei cittadini, con l’Italia che per il 2022 si è posizionata ad un livello intermedio.
Anche la felicità professionale rientra tra gli elementi da prendere in considerazione.

I soldi sono un tassello importante, ma non il solo: entrano in gioco diversi fattori, le performance aziendali sono soggette a variabili più complesse, legate anche ad aspetti relazionali e sociali.

Il welfare aziendale si inserisce naturalmente in questa tendenza, offrendo ai collaboratori, in aggiunta alla retribuzione, una serie di iniziative tangibili per migliorare il work-life balance e la qualità della vita.
Vediamo più nel dettaglio quanto incide nella gestione HR e le soluzioni che è possibile introdurre in azienda.

I salari sono senz’altro importanti, ma per motivare le persone bisogna porre grande attenzione al contesto. Occorre fornire loro un percorso di crescita ed è utile svincolare la premialità dal denaro per creare un maggior coinvolgimento che incida su motivazione e produttività.

Le Direzioni HR devono tenerne conto guardando soprattutto al campanello d’allarme del fenomeno delle Grandi Dimissioni, arrivato ormai anche in Italia.
Dalle note trimestrali sulle tendenze dell’occupazione pubblicate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali emerge un’impennata della curva delle cessazioni dei rapporti di lavoro nel corso del 2021: da gennaio a settembre oltre 1 milione e 300mila persone si sono licenziate, paragonato al dato di un milione nello stesso periodo dell’anno precedente. La percentuale di dimessi sul totale dei lavoratori dipendenti ha superato il 3% nel quarto trimestre dello scorso anno, un numero mai visto nell’ultimo decennio.

I benefit aziendali di un piano di welfare aziendale sono una soluzione strategica e flessibile per frenare la fuga dei dipendenti e favorire il benessere in azienda, offrendo servizi di supporto alla vita quotidiana.  

Regolati nello scenario normativo dagli articoli 51 e 100 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi), possono essere di diverse tipologie e riguardare vari ambiti:

• sanità: spese mediche sanitarie per il dipendente e i suoi familiari grazie all’assistenza sanitaria integrativa;
• istruzione e formazione: spese scolastiche dei figli, da quando sono bambini fino all’università purché abbiano come obiettivo l’istruzione;
• assistenza familiari: badanti per anziani non autosufficienti, prestazioni fisioterapiche e infermieristiche. Ma rientrano anche i servizi di baby-sitting e nidi aziendali
  trasporto pubblico: abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale per il dipendente ma anche per i familiari (coniuge e figli) in situazioni particolari;
• viaggi: voli, hotel, pacchetti vacanza;
• cultura & tempo libero: attività culturali come cinema, spettacoli e concerti
• previdenza: versamenti al fondo di previdenza complementare aziendale e/o privato a cui il dipendente è iscritto;
• sport e benessere: sport, fitness e attività relax;
• buoni acquisto: il dipendente può utilizzarli attraverso un’ampia rete di esercizi convenzionati per lo shopping, la spesa al supermercato e carburante. Come per esempio Edenred Shopping;
• buoni pasto: rientrano tra le prestazioni che sostituiscono la mensa come i Ticket Restaurants®;
• mutui e finanziamenti: rimborso degli interessi passivi.

Avvalendosi di questi strumenti le imprese mostrano di avere a cuore non solo le componenti più strettamente previdenziali e assistenziali di sicurezza sociale, ma anche i bisogni crescenti di conciliazione, cura e sostegno al reddito che hanno i collaboratori e le loro famiglie.
Creando uno spirito d’appartenenza comune e quindi relazioni più efficaci tra colleghi, i benefit hanno un impatto notevole sulla riduzione del turnover e sulla capacità di attrarre nuovi talenti. 

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Il welfare aziendale è una leva fondamentale di sostegno alle persone, alle aziende e al territorio, che ha dimostrato tutta la propria forza e valore anche in una fase di complessità come quella dei due anni appena trascorsi.

L’accelerazione digitale e l’introduzione graduale dello smart working hanno portato le aziende a rivoluzionare il proprio modo di pensare al lavoro del personale, incentrato oggi più sul raggiungimento degli obiettivi, che sul concetto di tempo e spazio.
A ciò si aggiunge un nuovo concetto esteso di benessere che abbraccia l’intera sfera psico-fisica, ma che sottintende anche un benessere sociale, finanziario e professionale. Ogni realtà per adeguarsi al processo di cambiamento in corso deve porre al centro dell’organizzazione aziendale la persona, con un approccio sempre più human centric e improntato al wellbeing, avendo la capacità di saper promuovere e mantenere il benessere organizzativo per ottenere numerosi vantaggi dati dall’equilibrio fisico, psicologico e sociale delle proprie risorse. 

La costante crescita e diffusione del welfare aziendale va di pari passo con i nuovi trend del mondo del lavoro e dell’impresa.  Trend che vedono un’importanza sempre maggiore della sostenibilità e la conseguente implementazione di piani di welfare che incentivino comportamenti virtuosi dal punto di vista sociale e civile.
Tra questi: mobilità green, empowerment femminile, attenzione alle nuove politiche di lavoro e alle esigenze dei giovani, sono solo alcuni degli ambiti dove stanno avvenendo gli investimenti più importanti.

Con l’evolversi quindi dei bisogni e delle esigenze dei lavoratori, l’area HR diventa sempre più strategica così come gli strumenti di misurazione del clima aziendale, fondamentali per dare evidenza delle performance a stakeholder interni ed esterni.

Dai questionari che consentono una raccolta di dati rapida e anonima, ai focus group e alle interviste per andare più in profondità, è fondamentale identificare con anticipo dove risiede l’insoddisfazione che può innescare il calo motivazionale e di conseguenza della produttività. 

Indagini di settore hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo.

Il welfare aziendale è dunque un’importante integrazione alla retribuzione, non monetaria, che le aziende possono attivare per garantire il benessere dei lavoratori.

Integrazioni che garantiscono importanti benefici fiscali dando la possibilità alle imprese di abbattere il costo del lavoro dal 30% al 40% degli importi lordi erogati al dipendente, influendo sul potere d’acquisto del lavoratore e migliorando la sua vita quotidiana e, di conseguenza, la sua produttività. 

Ricapitolando, quindi, il welfare aziendale è un alleato per gli HR perché può rendere il luogo di lavoro più appealing e desiderabile, in quanto:

• migliora le relazioni di lavoro e il clima organizzativo, riducendo il turnover;
• accresce la brand reputation; 
• aumenta la motivazione al lavoro, migliorando le performance;
• crea una cultura condivisa e un senso di appartenenza.

Tra le iniziative del welfare aziendale che è possibile mettere in campo, un solido contributo arriva sicuramente dai buoni pasto ma anche dai fringe benefit, come buoni acquisto e gift Card, che secondo gli ultimi risultati dell’Osservatorio Welfare di Edenred, hanno tra i più alti gradimenti sulle misure specifiche di welfare, con l’87% delle aziende che considerano questo uno strumento di valore assoluto.

Nel 2021 i fringe benefit hanno rappresentato la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare, dando la possibilità ai collaboratori di effettuare ogni genere di shopping, la spesa quotidiana e persino il rifornimento di carburante.

Per quanto riguarda quest’ultimo, inoltre, grazie al recente Decreto Energia introdotto dal Governo, le aziende possono offrire ai propri dipendenti buoni benzina esentasse e interamente deducibili, fino ad un limite massimo di 200 euro a persona. Un sostegno contro il caro carburante, in aggiunta ai 258,23 euro già previsti dalla normativa come limite per l’erogazione di fringe benefit esenti da oneri fiscali e previdenziali.

Il buono carburante di Edenred è disponibile direttamente in Piattaforma Welfare, nella categoria buoni Carburante, attivabile con budget dedicato all’iniziativa, come On Top, oppure integrabile come nuovo servizio extra per chi ha già un piano welfare attivo.

Edenred Welfare è la risposta concreta alla costruzione di piani aziendali tarati sulle diverse esigenze, potendo contare sull’introduzione di strumenti altamente innovativi e 100% digitali: piattaforme welfare dedicate a collaboratori e aziende, semplici e intuitive, facili da navigare, per permettere al dipendente di usufruire senza difficoltà di tutti i benefit del welfare.
Un modo per avere sempre a portata di mano, in qualunque momento e con un accesso unico, tutti i vantaggi messi a disposizione dall’azienda per migliorare il benessere aziendale.

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