Benessere aziendale
12 Lug 2022
| 6'

Benessere organizzativo: come migliorare il clima aziendale e attrarre talenti

Su quali aspetti le aziende devono puntare per favorire il benessere organizzativo aziendale? Dalle analisi della situazione esistente passando per strumenti e soluzioni welfare ecco alcuni spunti.
Autore
Jenny Giuliani
benessere organizzativo aziendale

Una miglior salute dei lavoratori equivale a una migliore produttività. Motivazione, fiducia e soddisfazione della community aziendale sono le chiavi del successo, ma per garantirle e coltivarle servono capacità di analisi e strumenti che migliorino e aumentino il loro benessere, rispondendo a specifiche esigenze.

Benessere organizzativo: una nuova priorità in era post-pandemica

Per benessere organizzativo s’intende la capacità di un’organizzazione di saper promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le proprie persone. Indagini del settore hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo. 

Se c’è un aspetto che la crisi pandemica ha profondamente rimodulato nelle persone è l’ordine delle priorità.

Il concetto di benessere è stato all’improvviso e con prepotenza rimesso in discussione, lasciando spazio alla nascita di esigenze prima accantonate e ad atteggiamenti di difesa/sopravvivenza che hanno rimesso al centro l’individuo e l’attenzione verso una tutela mai come prima d’ora così rivolta a sé stessi e ai propri cari. Comportamenti e abitudini rivoluzionate anche in ambito lavorativo, nel rapporto azienda-dipendenti e nelle aspettative e desiderata di questi ultimi.

Quanto oggi le aziende sono in grado di prendersi cura del benessere del personale sul luogo di lavoro e adeguarsi all’evoluzione di un contesto che sta cambiando così rapidamente?

Cosa si intende con benessere organizzativo e sostenibilità?

Questo processo di evoluzione dei bisogni e di nascita di nuove sensibilità va inoltre di pari passo con nuovi approcci che le aziende stanno mettendo in campo in ottica di sostenibilità.

In un mercato sempre più dinamico e attento, la sostenibilità gioca infatti un ruolo chiave per il successo di un’organizzazione, rappresentando un fattore di solidità, nonché una leva di attrazione per gli stakeholder

Prima di tutto bisogna però partire dalla creazione e diffusione di una cultura aziendale capace di riconoscere l’impatto che un ambiente di lavoro inclusivo, equo e favorevole alla conciliazione tra vita privata e professionale ha sul senso di appartenenza delle persone e sulla loro efficienza.

Come creare benessere organizzativo aziendale

Le iniziative di employer branding possono far crescere l’appeal di un’azienda, trattenere talenti e attrarne di nuovi, contribuendo alla creazione di una cultura aziendale.

Nel 2021 non sono mancate criticità nel mondo HR. Secondo l’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano, soltanto il 27% è riuscito a garantire la continuità delle attività senza difficoltà e oltre un terzo ha faticato ad attrarre candidati e a trattenere i propri dipendenti.
Un altro effetto negativo della pandemia è stato il calo del senso di appartenenza alla propria organizzazione, che è fortemente diminuito in un quarto dei lavoratori, e del numero dei dipendenti che si sono sentiti “ingaggiati” (-16% rispetto al 2020) e “pienamente ingaggiati” nella propria organizzazione (-23%).

 
 

Nei prossimi mesi, per recuperare attrattività e invertire questa tendenza, le Direzioni HR dovranno aumentare gli sforzi per prendersi cura delle persone, migliorarne l’engagement e rendere sostenibili i nuovi modelli di lavoro supportando i dipendenti e aiutandoli a coltivare le relazioni professionali.

Sarà importante agire con iniziative di employer branding capaci di ridurre il turnover, aumentare l’appeal dell’azienda come posto di lavoro desiderabile per i lavoratori e attrattiva per i nuovi candidati, facendo in modo che:

  • dipendenti e collaboratori siano soddisfatti, coinvolti e motivati;
  • i talenti si sentano trattenuti e valorizzati;
  • ci sia maggiore trasparenza;
  • si possa contribuire al raggiungimento dei risultati attraverso il confronto di obiettivi
    comuni, che migliorino le singole performance.

L’importanza delle soft skill e delle nuove modalità di lavoro

Le soft skill sono importanti fattori che determinano il clima organizzativo.

Secondo un sondaggio pubblicato da HR Executive, sono 5 le competenze più richieste dai datori di lavoro:

  • tendenza al teamwork (57%)
  • comunicazione efficace (55%)
  • time management (46%)
  • problem solving (45%)
  • creatività (44%).

A queste si aggiungono ad esempio quelle indicate da Best Colleges, che riguardano la flessibilità, la capacità di collaborare, di organizzarsi, quindi anche di rispettare le scadenze, di essere reattivi ai feedback e, infine, l’attitudine alla gestione dei conflitti all’interno del workplace.

Tutti aspetti che però hanno bisogno di essere coltivati nel tempo, soprattutto in epoca post-pandemica, in cui il concetto di fiducia è cambiato, generando divisione sociale e incertezza verso il futuro.

Il totale isolamento della prima ondata e la distanza fisica a cui le persone sono state obbligate per molto tempo hanno dovuto fare i conti con un’accelerazione digitale che ha introdotto nuovi modi di lavorare.

L’indagine Eurispes “Un anno di Covid in Italia” riporta che quasi la metà degli italiani (49%) ha lavorato in smart working dall’inizio dell’emergenza sanitaria; il 22,8% sempre o per un lungo periodo, il 26,2% occasionalmente/con turnazione/per un breve periodo. Per la maggioranza si è trattato di impiegati (66,2%), dirigenti/direttivi/quadri (65,1%, ben il 46,3% sempre o per un lungo periodo), liberi professionisti (62,4%).

Un quadro vastissimo, che ha prodotto effetti negativi come emerso dall’Osservatorio Smart Working 2021 del Politecnico di Milano, secondo cui il 28% degli Italiani ha sofferto di tecno-stress e il 17% di overworking.

Come si misura il benessere organizzativo: gli strumenti

Avere quindi un’analisi esatta del benessere organizzativo nella propria azienda è il punto di partenza per introdurre interventi efficaci di miglioramento del clima aziendale.
Esistono diversi strumenti adeguati per monitorarlo:

  • il questionario, che consente una raccolta di dati rapida e anonima e che permette l’elaborazione quantitativa delle aree di indagine;
  • i focus group e le interviste, rilevazioni che consentono di andare in profondità rispetto a un tema e raccolgono dati qualitativi.  

Se il primo approccio, infatti, offre una fotografia generale del benessere organizzativo, gli strumenti qualitativi aiutano a comprendere meglio le motivazioni alla base dello stato rilevato e a introdurre misure di miglioramento del benessere che rispondano a specifiche esigenze. 

È possibile misurare il ROI del benessere organizzativo prendendo in considerazione diversi indicatori:

  • efficienza e risultati;
  • aumento dei livelli di retention;
  • diminuzione dei casi di assenteismo;
  • incremento della capacità di attrarre nuovi talenti.

Ma tutto questo si lega a iniziative concrete che l’azienda deve intraprendere e che nel caso di ricorso al welfare aziendale possono comportare notevoli vantaggi per il datore di lavoro, non solo fiscali. Oltre, infatti, ai benefici dal punto di vista economico, primo tra tutti un abbattimento del costo del lavoro dal 30% al 40% rispetto agli importi lordi erogati in altra forma al dipendente, gli effetti agiscono sul miglioramento della brand identity e della reputazione dell’azienda.

Favorire il benessere organizzativo con il welfare aziendale

Come favorire il benessere organizzativo? Il welfare aziendale, mai come negli ultimi tempi, sta giocando un ruolo cruciale, rappresentando un ottimo modo per rendere l’azienda un “great place to work”, ovvero un posto piacevole dove lavorare.

Se coltivata e stimolata, la community aziendale si compone di lavoratori soddisfatti, che interagiscono in modo forte con l’azienda, incrementando la produttività.

E su questo fronte i servizi alla persona, in particolare quelli dedicati alla salute, sono stati centrali nel sostegno alle spese mediche sanitarie per il dipendente e i suoi familiari e continuano ad esserlo grazie all’attrattività di un ampio panel di offerte. Queste vanno dalle visite specialistiche, ai check up medici, ai trattamenti fisioterapici e odontoiatrici, ai controlli oculistici, alla medicina sportiva, alternativa e molto altro. 

In una fase di ripartenza si guarda anche ad esempio all’istruzione, e in questo caso il welfare dà un eccellente contributo alle famiglie nelle iniziative previste per migliorare l’equilibrio vita/lavoro. Da piccoli fino all’università, il welfare può aiutare le spese scolastiche dei figli e la loro formazione: asili nido, spese per i servizi di educazione e istruzione, testi scolastici e universitari, materiale didattico, corsi di lingua, viaggi studio all’estero, centri estivi e invernali.

In Edenred ogni giorno aiutiamo più di 80.000 aziende e partite Iva. Scopri le nostre soluzioni welfare.

Un altro grosso contributo arriva inoltre dai fringe benefit, come buoni acquisto e gift card, grazie ai quali i collaboratori possono decidere di fare ogni genere di shopping, la spesa quotidiana e persino il rifornimento di carburante.

Così come dai buoni pasto, che influiscono positivamente nel ridurre il turnover, offrendo non solo un supporto concreto nella gestione della quotidianità, ma un ulteriore sostegno al reddito.

Il welfare di Edenred è la risposta concreta alla costruzione di piani aziendali tarati sulle diverse esigenze, potendo contare sull’introduzione di strumenti altamente innovativi e 100% digitali: piattaforme welfare dedicate a collaboratori e aziende, semplici e intuitive, facili da navigare, per permettere al dipendente di usufruire senza difficoltà di tutti i benefit del welfare.

Un modo per avere sempre a portata di mano, in qualunque momento e con un accesso unico, tutti i vantaggi messi a disposizione dall’azienda per il benessere organizzativo. 

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