Come i buoni pasto possono aiutare i titolari di partita IVA ad abbattere i loro costi aziendali e ottenere dei benefici fiscali? A spiegare, in questo articolo con video, come ridurre i costi di gestione di una attività individuale è Giampiero Teresi, commercialista ed esperto di tematiche relative alle partite IVA.
Buoni pasto per partite IVA e ditte individuali: cosa sapere
Se sapete come funzionano i buoni pasto, saprete anche che sono un vero e proprio strumento di integrazione al reddito che si presta a un uso versatile. Strumento che si può usare per acquistare pasti pronti per il consumo negli esercizi pubblici legittimati a esercitare la somministrazione di alimenti e bevande, come bar, ristoranti, gastronomie, rosticcerie, etc., nonché prodotti o generi alimentari presso pubblici esercizi autorizzati alla loro vendita al dettaglio, come i supermercati. Oltre che, aspetto tutt’altro che trascurabile, anche per ordinare dalle piattaforme di food delivery e per fare spesa online sui siti e-commerce dei vari supermercati.
E, come sappiamo, oltre al tradizionale formato cartaceo, esistono i buoni pasto digitali, fruibili sia tramite una carta ricaricabile, che tramite l’app Ticket Restaurant®.
Se sei titolare di partita IVA – come libero professionista o imprenditore individuale – sappi che avrai sempre la possibilità di personalizzare il numero di buoni pasto e il loro valore facciale.
A differenza di quello che si crede, inoltre, i buoni pasto sono convenienti non solo per le grandi aziende, per sopperire magari alla mancanza di una mensa all’interno delle proprie strutture, ma, come ricorda Teresi, “anche per gli imprenditori individuali e i liberi professionisti che possono avere tutto il vantaggio nell’acquistare i buoni pasto per sé stessi e i propri collaboratori”.
Chi ha un’impresa individuale con dei dipendenti può, infatti, dedurre il 100% di quanto ha speso per acquistare i buoni pasto ai fini IRES, IRPEF E IRAP fino a 4 euro per i buoni pasto cartacei e fino a 8 per quelli digitali.
Come sappiamo, inoltre, l’importo dei buoni pasto erogati ai dipendenti non costituisce, per questi, reddito da lavoro dipendente – sempre per le somme indicate sopra – pertanto non sono soggetti a pagamento di contributi previdenziali e assistenziali.
Buoni pasto per partite IVA senza dipendenti: come funzionano
I buoni pasto sono convenienti anche per chi ha una partiva IVA senza dipendenti, vale a dire liberi professionisti, artigiani, commercianti e ditte individuali in questo caso senza dipendenti.
Oltre a tutti i vantaggi di erogare questo prezioso e importante benefit, per queste figure professionali ci sono diversi vantaggi fiscali, come spiega Teresi: “Il costo per l’acquisto dei buoni pasto Ticket Restaurant® è deducibile nella percentuale del 75%, seppur per un importo massimo nel limite del 2% del fatturato (art. 54 comma 5, TUIR)”.
Le regole concernenti l’IVA rimangono invariate rispetto a quelle previste per i liberi professionisti e gli imprenditori individuali con dipendenti.
Buoni pasto per partite IVA con regime forfettario
Quando parliamo di partite IVA e buoni pasto, le regole sul trattamento fiscale di questi non trovano applicazione per i titolari di partita IVA, sia lavoratori autonomi che imprenditori individuali, che accedono, sussistendone i presupposti, al regime fiscale agevolato introdotto dalla legge n. 190 del 2014, ossia il cosiddetto “regime forfettario” (art. 1, comma 54, legge n. 190 del 2014).
Per questo regime, infatti, il reddito è determinato in modo forfettario, ossia applicando il coefficiente di redditività, legato a un codice Ateco previsto per la specifica attività svolta, all’ammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta. Ciò significa che le spese eventualmente sostenute per l’acquisto dei buoni pasto non sarebbero deducibili analiticamente, essendo il loro ammontare predefinito nel coefficiente di redditività.
Per scoprirne di più, leggi la nostra guida sulla detraibilità e deducibilità dei buoni pasto.
Il titolare di partita IVA in regime ordinario, invece, sia libero professionista che imprenditore individuale, con o senza dipendenti, come spiega Teresi, “ha tutta la convenienza nell’usare i buoni pasto”. Vediamo in cosa consiste tale vantaggio.
Buoni pasto per titolari di partita IVA: perché convengono
I vantaggi legati ai buoni pasto per chi ha una partita IVA, come abbiamo visto, sono diversi: fiscali, indubbiamente, ma non bisogna dimenticare che si tratta di un benefit versatile e che permette un notevole risparmio di tempo. Li riepiloghiamo di seguito.
Eccone 4 da sottolineare:
- la facilità e la versatilità dei buoni pasto digitali utilizzabili tramite carta ricaricabile o app;
- stop a fatture e scontrini da conservare per contabilità e prima nota: si va verso un’unica fattura mensile relativa all’acquisto dei buoni pasto;
- conseguente risparmio di tempo e di costi: diminuisce il numero di documenti da registrare e si riducono le spese per la gestione amministrativa;
- flessibilità nella scelta del supporto più adatto: buono pasto digitale per i più smart e digitalizzati, oppure formato cartaceo per coloro che preferiscono una soluzione più tradizionalista.
Per chi ha una partita IVA, quindi, utilizzare i buoni pasto vuol dire fare davvero un cambio di passo.
Pensa a quante volte sei a pranzo con un cliente, un fornitore o con dei collaboratori e, concluso il pasto, devi impiegare del tempo prezioso per richiedere la fattura. Attesa che si prolunga di molto quando è la prima volta che vai in quel locale e devi impiegare del tempo prezioso per comunicare i tuoi dati e ottenere la fattura.
Tutto quanto appena detto può tramutare una pausa pranzo piacevole in un’improvvisa corsa contro il tempo.
Con i buoni pasto si risparmiano minuti preziosi e non si è costretti a conservare gli scontrini: si ha il concreto vantaggio di presentare un’unica fattura per tutte le spese, e basta conservare solo quella relativa all’acquisto dei buoni pasto.
Senza dimenticare, poi, che puoi usare i buoni pasto non solo per consumare pasti in bar, caffetterie o ristoranti, ma anche per fare la spesa al supermercato, nei negozi di quartiere, nei food truck e tanto altro ancora, come ordinare e fare spesa online dagli e-commerce che accettano i buoni pasto, con tutti i vantaggi descritti prima.
I buoni pasto, dunque, vengono incontro a chi ha una partita IVA, contribuendo a ottenere ciò che un libero professionista o un imprenditore individuale desidera: ridurre i costi connessi alla propria attività e abbattere la base imponibile ai fini dell’imposizione diretta.
Sono, pertanto, un modo per aiutare chi ha una partita IVA a pagare meno imposte a fine anno, contribuendo a mettere in atto strategie di ottimizzazione fiscale.