Buoni Pasto
13 Dic 2023
| 5'

Buoni pasto per partite Iva: convengono davvero? La parola al commercialista

Aiutano ad abbattere i costi per liberi professionisti e ditte individuali, con o senza dipendenti. Il come ce lo spiega il commercialista Giampiero Teresi.
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Redazione
buoni pasto per partita iva

Come i buoni pasto possono aiutare i titolari di partita Iva ad abbattere i loro costi aziendali e ottenere dei benefici fiscali? A spiegare, in questo articolo con video, come ridurre i costi di gestione di una attività individuale è Giampiero Teresi, commercialista ed esperto di tematiche relative alle partite Iva.

Buoni pasto per partite IVA e ditte individuali: cosa bisogna sapere

Se sapete come funzionano i buoni pasto buoni pasto, saprete anche che sono un vero e proprio strumento di integrazione al reddito che si presta a un uso versatile. Si può usare per acquistare pasti pronti per il consumo negli esercizi pubblici legittimati a esercitare la somministrazione di alimenti e bevande, come bar, ristoranti, gastronomie, rosticcerie, etc., nonché prodotti o generi alimentari presso pubblici esercizi autorizzati alla loro vendita al dettaglio, come i supermercati.

E, come sappiamo, oltre al tradizionale formato cartaceo, esistono i buoni pasto elettronici, fruibili sia tramite una carta precaricata, che tramite l’app Ticket Restaurant®.

Se sei titolare di partita IVA – come libero professionista o imprenditore individuale – sappi che avrai sempre la possibilità di personalizzare sia il numero di buoni pasto che si intende emettere che il loro singolo valore facciale.

A differenza di quello che si crede, inoltre, i buoni pasto sono convenienti non solo per le grandi aziende, per sopperire magari alla mancanza di una mensa all’interno delle proprie strutture, ma, come ricorda Teresi, “anche per gli imprenditori individuali e i liberi professionisti che possono avere tutto il vantaggio nell’acquistare i buoni pasto per sé stessi e i propri collaboratori”.

Da sapere: quando parliamo di partite Iva e buoni pasto, le regole sul trattamento fiscale dei buoni pasto non trovano applicazione per i titolari di partita IVA, sia lavoratori autonomi che imprenditori individuali, che accedono, sussistendone i presupposti, al regime fiscale agevolato introdotto dalla legge n. 190 del 2014, ossia il cosiddetto “regime forfettario” (art. 1, comma 54, legge n. 190 del 2014).

Per questo regime, infatti, il reddito è determinato in modo forfettario, ossia applicando il coefficiente di redditività, legato a un codice Ateco previsto per la specifica attività svolta, all’ammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta. Ciò significa che le spese eventualmente sostenute per l’acquisto dei buoni pasto non sarebbero deducibili analiticamente, essendo il loro ammontare predefinito nel coefficiente di redditività.

Per scoprire di più, leggi la nostra guida sulla detraibilità e deducibilità dei buoni pasto.

Il titolare di partita IVA in regime ordinario, invece, sia libero professionista che imprenditore individuale, con o senza dipendenti, come spiega Teresi, “ha tutta la convenienza nell’usare i ticket”. Vediamo in cosa consiste tale vantaggio.

Perché convengono i buoni pasto al titolare di partita IVA

Un grande incentivo all’uso dei Ticket Restaurant® deriva dall’art. 1, comma 677, Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di Bilancio 2020), dalla Legge di Stabilità del 2020 che ha previsto nuovi limiti entro cui i buoni pasto cartacei (4 euro giornalieri) ed elettronici (8 euro giornalieri) non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente.

Il titolare di partita IVA, libero professionista o imprenditore individuale, che decida di attribuire i buoni pasto ai propri dipendenti, può dedurre integralmente il costo sostenuto per il loro acquisto. Questo a condizione che i buoni pasto vengano erogati alla generalità o a categorie di dipendenti (vedi Circ. n. 326/E/1997). Inoltre, non dovrà operare alcuna ritenuta contributiva e previdenziale sul valore dei buoni pasto indicato dall’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR, il quale non concorre alla determinazione della retribuzione imponibile ai fini contributivi (da ultimo, Circ. INPS n. 15/2022).

L’IVA addebitata dalla società emettitrice dei buoni pasto con aliquota agevolata al 4% non è, invece, detraibile dal titolare di partita IVA che abbia acquistato i buoni pasto da attribuire ai propri dipendenti (art. 19-bis1, D.P.R. n. 633/1972, Ris. n. 63/E/2005). 

Per quanto riguarda i liberi professionisti e gli imprenditori individuali, senza dipendenti, “c’è da sapere che il costo per l’acquisto dei Ticket Restaurant® è deducibile nella percentuale del 75%”, seppur per un importo massimo nel limite del 2% del fatturato (art. 54 comma 5, TUIR), precisa il commercialista.

Le regole concernenti l’IVA rimangono invariate rispetto a quelle previste per i liberi professionisti e gli imprenditori individuali con dipendenti.

Ma i vantaggi dei buoni pasto per liberi professionisti e imprenditori individuali senza dipendenti non riguardano solo la deducibilità.

Ecco 4 vantaggi da sottolineare:

  • la facilità e la versatilità dei buoni pasto elettronici utilizzabili tramite carta elettronica o app;
  • stop a fatture e scontrini da conservare per contabilità e prima nota: si va verso un’unica fattura mensile relativa all’acquisto dei buoni pasto;
  • conseguente risparmio di tempo e di costi: diminuisce il numero di documenti da registrare e si riducono le spese per la gestione amministrativa;
  • flessibilità nella scelta del supporto più adatto: buono pasto elettronico per i più  smart e digitalizzati, oppure formato cartaceo per coloro che preferiscono una soluzione più tradizionalista.

Per chi ha una partita Iva, quindi, utilizzare i buoni pasto vuol dire davvero un cambio di passo.

Pensa a quante volte sei a pranzo con un cliente (o possibile tale), con un fornitore o con dei collaboratori e, concluso il pasto, devi impiegare del tempo prezioso per richiedere la fattura.

Se si tratta, poi, della prima volta che vai in quel ristorante, tavola calda o bar, a volte questo può voler dire far aspettare la persona che è con te, fuori o al tavolo, e impiegare del tempo prezioso per comunicare i tuoi dati e ottenere la fattura.

Se poi c’è tanta gente alla cassa, non è raro che il ristoratore ti chieda di attendere per avere la fattura perché, dovendo registrare i tuoi dati, preferisce prima smaltire la coda e poi dedicarsi a te.

Tutto quanto appena detto può tramutare una pausa pranzo piacevole in un’improvvisa corsa contro il tempo.

 
 

Con i buoni pasto, invece, risparmi minuti preziosi e in più non sei costretto a conservare gli scontrini: c’è così il concreto vantaggio di presentare un’unica fattura per tutte le spese.

Ti basta infatti conservare solo quella relativa all’acquisto di buoni pasto.
Senza dimenticare, poi, che puoi usare i buoni pasto non solo per consumare i pasti nei bar, caffetterie o ristoranti ma anche per fare la spesa al supermercato, nei negozi di quartiere, nei food truck e tanto altro ancora, con tutti i vantaggi descritti prima.

I buoni pasto, dunque, vengono incontro a chi ha una partita Iva, contribuendo a ottenere ciò che un libero professionista o un imprenditore individuale desidera: ridurre i costi connessi alla propria attività e abbattere la base imponibile ai fini dell’imposizione diretta.

Per saperne di più sui vantaggi dei buoni pasto per le partite IVA guarda il video:

Vuoi provare i buoni pasto per la tua attività?