Welfare aziendale
9 Giu 2024
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Osservatorio welfare aziendale in Italia: prevalgono i fringe benefit

Dall'Osservatorio Edenred del 2024 emerge che il welfare aziendale è un investimento utile, ma soprattutto è, in un periodo di crisi economica, una forma di sostegno al reddito delle famiglie. Nell'articolo: trend, dati e un confronto con gli anni passati.
Autore
Redazione
osservatorio welfare aziendale

L’Osservatorio Welfare di Edenred è il rapporto annuale che analizza l’andamento del welfare aziendale in Italia. Un appuntamento ormai fisso, nonché un’occasione di confronto con tutti i principali stakeholder del settore rispetto ai cambiamenti del mercato, alle aspettative e alle necessità delle persone in ottica di wellbeing.

L’edizione 2024, così come nella scorsa pubblicazione, si fonda su due macro-indagini distinte e allo stesso tempo convergenti: la consueta analisi sul bacino di utenza di Edenred Italia – che complessivamente è composto da oltre 5.000 aziende e 750.000 beneficiari – e l’indagine a cura di BVA Doxa che, anche quest’anno, si sofferma sul sentiment dei lavoratori e si basa su un campione di 1.508 interviste, distribuite sull’intero territorio nazionale.

Un modo per offrire un quadro completo ed esaustivo sulla reale situazione del welfare aziendale nel nostro Paese e per conoscere la percezione, le opinioni e i bisogni emergenti dei lavoratori, trovando maggiori punti di contatto con loro e, quindi, soluzioni sempre più efficaci.

Osservatorio Welfare aziendale 2024: i principali trend

L’Osservatorio sul welfare aziendale di Edenred Italia ci permette ogni anno di fare il punto sullo stato del settore nel nostro Paese. 

Nell’edizione 2024 emerge che il 42% delle aziende oggi ha introdotto un piano di welfare strutturato. La percentuale sale al 53% tra le aziende con oltre 1.000 dipendenti (soprattutto multinazionali), collocate nelle regioni del Nord-Italia (46%), nel settore privato (51%).
Il 41% dei dipendenti, inoltre, riceve i buoni pasto per un valore medio di poco inferiore ai 7 euro. Tra le priorità indicate dal campione, il 62% ha evidenziato il tema del caro-vita e dell’aumento dei prezzi. Un dato questo in aumento
di 6 punti percentuali rispetto alla rilevazione del 2023. Il 55% dei lavoratori, infatti, considera il welfare aziendale un valido strumento di sostegno al potere d’acquisto.

“L’indagine 2024 dell’Osservatorio Welfare di Edenred Italia si è soffermata sull’importanza del welfare aziendale come forma di sostegno al reddito dei dipendenti e delle famiglie in rapporto all’aumento del costo della vita; sulla funzione che svolge in relazione alle politiche di attraction ed engagement delle persone, con particolare riferimento alla Generazione Z; sul contributo che può offrire al tema della mobilità sostenibile”, ha dichiarato Giulio Siniscalco, Commercial Director Benefit & Engagement di Edenred Italia

“Spostando lo sguardo più avanti, abbiamo cercato di esplorare quale sarà, o dovrebbe essere, il modello di welfare di domani, per anticipare nuovi possibili trend e sviluppare un’offerta sempre più gratificante per l’utilizzatore finale. Un welfare a 360 gradi, parte integrante della quotidianità, capace di rispondere ai bisogni in continua evoluzione.

I pillars di sviluppo del welfare aziendale

La rilevazione del sentiment dei lavoratori si è focalizzata su 4 macro-aree:

  • il welfare come forma di sostegno al reddito in relazione all’aumento del caro-vita;
  • l’importanza dell’engagement della generazione Z tramite politiche di welfare aziendale;
  • la mobilità sostenibile;
  • i modelli di welfare e le iniziative di benessere attesi per i lavoratori di domani.

Inflazione e caro-vita

Per il 71% dei lavoratori intervistati, l’impatto del caro-vita e dell’inflazione sul proprio stato emotivo è rilevante. Il dato di coloro che lo ritengono molto negativo è del 20%,mentre il 29% si dichiara poco o per niente preoccupato in tal senso. Il tema dell’aumento dei prezzi è particolarmente avvertito tra coloro che sono insoddisfatti della loro condizione lavorativa e sono in una situazione di scarso benessere emotivo (30%).

Per il 38% dei dipendenti, i piani di welfare aziendale svolgono un ruolo di sostegno al reddito delle famiglie e per il 36% sono un supporto concreto alle spese quotidiane.
Inoltre, il 36% dei dipendenti li ritiene uno strumento in grado di rispondere alle reali esigenze delle persone, mentre per il 35% riescono ad ammortizzare l’impatto negativo nei periodi di crisi economica. 

Il buono pasto si conferma anche nel 2024 come il benefit più erogato dalle aziende ai propri dipendenti, con il 41% delle indicazioni, sostanzialmente stabile rispetto al dato del 2023. Seguono i servizi per la salute con il 31% (era al 37% nel 2023), le convenzioni e le scontistiche con il 25%, la flessibilità organizzativa con il 24% (era al 30% nel 2023),i sistemi di incentivazione e le attività di formazione al 22% e i buoni acquisto al 18%.

Lavoro e Gen Z: l’importanza dell’engagement

Il 68% dei dipendenti ritiene molto rilevante l’impatto della condizione lavorativa sul benessere mentale e psicologico. La percentuale cresce all’87% tra coloro che hanno un elevato benessere lavorativo, al 71% tra la Generazione X e al 72% tra i dipendenti residenti in città con meno di 50mila abitanti. 

Adottare un piano welfare contro il burnout e per aumentare l’engagement

Tra i dipendenti che godono di un piano di welfare l’indicazione positiva è del 73%.
Il 62% dei dipendenti indica nel sentirsi responsabilizzato il valore più importante, seguito dal sentirsi apprezzato con il 52% e coinvolto con il 51%.

 
 

La voce “responsabilizzato” è sensibilmente più elevata nelle aziende che adottano un piano di welfare (69%). In generale, tutti i valori indicati sono più elevati, rispetto alla media, tra i dipendenti che usufruiscono di piani di welfare rispetto a chi non ne beneficia. 

Mobilità e PSCL: le nuove abitudini di spostamento

Il 37% delle aziende italiane evidenzia un significativo livello di attenzione al tema della mobilità sostenibile, secondo quanto indicato dai dipendenti. Anche in questa circostanza si confermano più virtuose le aziende con piani di welfare (50%). 

Tra le principali azioni messe in atto per favorire uno stile di vita più sostenibile, il 24% ha indicato il ricorso agli orari flessibili di entrata e uscita dal lavoro (con lo scopo di evitare gli orari di punta del traffico), mentre il 16% la promozione dell’uso dei mezzi pubblici per il tragitto casa-lavoro tramite convenzioni.

Solo il 14% delle aziende italiane ha adottato un Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL). Tra queste si notano percentuali più elevate della media tra le multinazionali (24%), le aziende tra i 500-1000 dipendenti (20%) e tra le indicazioni della Generazione Z (32%).
Per il 73% dei dipendenti l’impegno delle aziende per una mobilità sostenibile comporta vantaggi ambientali e sociali per tutta la collettività. Per il 69%, inoltre, migliora il benessere e la qualità della vita dei dipendenti.

Il benessere di domani: quali forme di welfare per il futuro?

7 dipendenti su 10 considerano decisiva, guardando al welfare di domani, la presenza di un piano di flexible benefit per la scelta dell’azienda in cui lavorare, così come i buoni pasto rappresenteranno un benefit irrinunciabile.

Tra i principali concetti associati al welfare del futuro, inoltre, figura il work-life balance con il 25%. La possibilità di poter cambiare azienda per un’altra che offre un piano di welfare più vantaggioso, infine, è considerata molto allettante per il 68% del campione.

Le categorie di spesa

In riferimento alla composizione della spesa in welfare prevalgono i fringe benefit, con il 31,8% del totale, seguiti dall’area ricreativa con il 29,5%.
Sommando i capitoli di spesa sociale come istruzione (19,6%), previdenza integrativa (9%), assistenza sanitaria (5%) e assistenza ai familiari (1,2%), il totale di questa macro-area raggiunge il 34,8% della spesa complessiva.

Crescono i fringe benefit e l’area ricreativa

Tra le tendenze è di interesse sottolineare la corsa dei fringe benefit tra i maggiori trend di crescita dei capitoli di spesa insieme all’area ricreativa, con un peso complessivo nel 2023 del 61% dell’intera torta di spesa. Nel 2017 insieme valevano il 27,9% del totale. 

L’analisi dei trend nei 7 anni presi in considerazione rileva anche una tendenza al contrario, come la riduzione della spesa per i capitoli dell’istruzione, passati dal 31,1% del 2017 – con un picco del 33,8% nel 2019 – al 19,6% del 2023.

Per 7 lavoratori su 10 buoni pasto e piani welfare sono irrinunciabili

Come avevamo già accennato, il buono pasto si conferma anche nel 2024 come il benefit più erogato dalle aziende ai propri dipendenti, con il 41% delle indicazioni, sostanzialmente stabile rispetto al dato del 2023.
La sua rilevanza è riconosciuta anche in chiave
futura: 7 dipendenti su 10 concordano sul fatto che, per i lavoratori di domani, la presenza del welfare costituirà un elemento di scelta dell’azienda e i buoni pasto rappresenteranno un benefit irrinunciabile.

In particolare, le percentuali salgono tra coloro che oggi hanno già un piano di welfare, sono soddisfatti della propria situazione e hanno un elevato benessere lavorativo.

Come sono cambiati i consumi negli anni, dal 2017 al 2023

Nel corso degli anni, prendendo come riferimento l’ampio periodo che va dal 2017 al 2023, i consumi delle quote welfare in flexible benefit hanno subito variazioni e cambiamenti unitamente al consolidamento di alcuni trend di spesa.
Nel dettaglio, i fringe benefit sono passati dal 16,2% del 2017 al 31,8% del 2023, in assoluto la percentuale di spesa più alta.
L’area ricreativa, che segue lo stesso andamento dei fringe benefit, tuttavia, solo rispetto al 2022 fa registrare un più 7,2% attestandosi al 29,5% di spesa nel 2023.

Osservatorio Welfare aziendale 2023

L’Osservatorio sul welfare aziendale di Edenred Italia permette ogni anno di fare il punto sullo stato del settore nel nostro Paese. Se l’edizione del 2022 rifletteva necessariamente un andamento fortemente condizionato dal periodo pandemico, già dallo scorso anno l’analisi si era spostata verso scenari più ampi e di prospettiva, che tenevano conto anche degli effetti post-pandemia. 

Un eco-sistema virtuoso, in cui le aziende giocano, ormai, una funzione centrale, convinte che il welfare aziendale sia un investimento utile e possa dare un contributo concreto anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di business. In questo contesto continuamente in evoluzione, dunque, il welfare aziendale ottiene una maggiore e diffusa consapevolezza rispetto al suo ruolo. Soprattutto dallo scorso anno, rivelandosi un valido strumento per contrastare un periodo di crisi economica.

È il caso dei fringe benefit, triplicati nel 2022 rispetto al 2017, grazie anche all’accelerazione avvenuta negli ultimi mesi dell’anno per via dei provvedimenti normativi. Fatto 100 il consumo in un mese, la percentuale di consumo dei fringe benefit in quel periodo aveva pesato rispettivamente il 50% a novembre a oltre il 70% a dicembre 2022.

Per quanto riguarda i livelli di disponibilità di spesa del credito welfare pro capite, per l’anno 2023 il dato si attesta su 800 euro; in calo rispetto agli 850 euro del 2022, ma più alto se paragonato ai 750 euro del 2021. Sommando il residuo di spesa non consumato nell’anno precedente alle spettanze dell’anno successivo, la disponibilità complessiva media per il 2023 è di 910 euro, per il 2022 di 940 euro e per il 2021 di 850 euro.

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